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TI DISSI FIORI DI TRIFOGLIO VENTO VITALE L'INCONTRO CASUALE ABBANDONATO A TE HO AMATO ASPETTANDO PRIMAVERA SOTTO AL GLICINE ALLA STAZIONE

DOMENICHE D'INVERNO

SUICIDA CAMPIONE FRAGILE EMILIA IL LUNGOMARE IL VENTO DELL'EST RELAX SALA D'ATTESA SEI VOLATA VIA PIOVE
L'ANESTESIA DEL TEMPO AUGURI! MALINCONIA NON È CHE SABBIA PALERMO FOSCHIA HO TROVATO TIMORE PIOGGIA GUAI AI VINTI
I MIEI GIORNI ALBA

 

ERA LA MIA CITTÀ DANZA BANALITÀ SFIORISCONO I CILIEGI CIVILTÀ PRIMAVERA A KYOTO VILLETTA DI PERIFERIA SOTTO LA PERGOLA
PENSIERI IN LOOP RIVIERA DI PONENTE LE BIGOTTE SOLO UN'ONDA Bigotte GOTICA E TU? TOSCANA L'SMS GRANDINATA
IN UNA LETTERA SCOGLIERA A PRIMAVERA BOULEVARD ST MICHEL GOCCE COMUNIONE RASSEGNAZIONE SARÀ ESTATE SCENDE LA NOTTE 1 SCENDE LA NOTTE 2 IL DRAGO

 

 

 

SARÀ ESTATE

Volti anonimi si sovrappongono
alle grigie facciate di palazzi

anonimi pur’essi

in questa feriale giornata
che d’usuali affanni si fa latrice

ma ancora poche ore e sarà l’estate.

Facce anonime si sovrapporranno
a colorate vetrine di negozi

anonimi pur’essi

in calde giornate di vacanza
nel frastuono del divertimento

che sarà d’obbligo come il sorriso.

 

 

 

 



RASSEGNAZIONE

Nel dormiveglia dell’alba
sposti il braccio
sul cuscino di fianco

freddo
su fredde lenzuola.

Improvviso il pensiero riaffiora
nella coscienza ancora assopita
e torna la rassegnazione.

Inutile cercare.

 

 

 

 

 

 



COMUNIONE

Negli occhi i colori cangianti del bosco
gli smeraldi e le preziose gemme
di topazio e di rubino dei fiori selvatici.

Nel naso i profumi della terra bagnata
e dell’erba piegata e calpestata.

Nell’orecchio le melodie che s’intrecciano
e si diffondono sotto la verde volta
di uccelli e rami e foglie smosse dal vento.

In bocca il sapore delle more selvatiche
e la frescura d’acque ghiacce di sorgente.

Sotto ai polpastrelli la ruvida bellezza
di tronchi possenti e morbidi muschi.

Con tutto me stesso mi muovo in silenzio

come fossi nel mondo degli Dei
o in un’ancestrale gotica cattedrale
dove i faggi giganti sono colonne
e i raggi di sole penetrano colorati
come da antico rosone filtrati.

Qui cerco ciò che non so dirmi cosa sia
e mentre ascolto il respiro del mondo
mi sento al mio posto, in comunione

e come cinghiale

bacio questa terra che mi è madre
e del mio spirito è ragione.

 

 

 

 

 



GOCCE

Gocce d’amore,
imperlano il giardino
di rosolacci.

 

 

 

 



BOULEVARD ST MICHEL

Fine ottobre.

Cominciano ad appannarsi i vetri
che danno sul boulevard
di questo bistrot vicino all'università.

Da un altoparlante toni rochi
di vecchie canzoni che si snodano
nei lamenti di una fisarmonica.

Le note

icone di un altro tempo
si mescolano all'odore del legno vecchio
del bancone appiccicoso
e all'aspro del fumo.

Alle pareti cimeli
autografi con dedica
vergati su foto in bianco e nero
sbiadite
cornici scrostate dal tempo
e in una
la poesia che scrissi per te
su quel pacchetto sventrato di Gauloise.

Nel profumo d'anice del Pastis
che anonimo turista oggi sorseggio
i miei ricordi volano e s'impigliano
nei fili della memoria
ad inseguire i sogni d'allora
dispersi
come le foglie morte svolazzanti
nel vento del Boulevard St Michel.

 

 

 

 


 

SCENDE LA NOTTE 1

Scende la notte
sui profumi d'estate
con le lucciole.

 

 

 



SCENDE LA NOTTE 2

Scende la notte
e i grilli friniscono
alle cicale.
 

 

 

 

 

 



IL DRAGO

Il drago incide con affilati artigli
la mia carne e alita fuoco
su sogni di ghiaccio
sciogliendo amori già persi
per calunnioso abbraccio.

Solo per questo

e non per mancata passione
traggo la spada dal fodero
per curare la mia ossessione
e spicco la testa al drago
con l’anima straziata
per una storia finita
senza essere mai iniziata.

Banale conclusione

che non dà appagamento
se non col maledire
le parche filatrici
dispensatrici di sgomento
incapaci a rammendare
quei frammenti di gioia
sfumati in un momento.
 

IN UNA LETTERA

Leggo le tue parole
nel fresco del vento di mare

- Ho voglia di te -

tra le note rarefatte
della nostra canzone.

- stasera come non mai ­

Socchiudo gli occhi
per vederti, lontana

- ho voglia -

mentre nella solitudine
di quattro mura

- delle tue mani -

sogni gesti d'amore
senza tempo ne luogo.

- delle tue braccia -

Ti vedo viaggiare
nel desiderio

- della tua bocca -

di rassicuranti abbracci
e baci dolci e piccanti

- della tua voce -

d'inammissibile passione,
per un solitario amore.

- di essere il tuo mondo -

Mentre le mie ore scorrono
e pesanti rotolano

- e di fare di te il mio. -

lontano da ogni utopia
intessendo veli di quotidianità.

- E col sogno, -

Solo un sogno ci lega
agrodolce nelle sue spire

- tesoro mio, -

incapace di soffocare
una lacrima di realtà.

- lo farò... -

Che mi resta allora
se non un pensiero

- lo sto già facendo... -

d'irrazionale speranza,
irragionevole come l'amore?

 

 

 

 


RELAX

Ipnotico
il frangersi delle onde
da un ritmo ai miei pensieri
mentre lo sguardo fruga
in cerca di meraviglie
negli anfratti delle rocce
e il tempo s'arresta
tra spume bianche
e trine d'acqua
ricamate dagli scogli.

 

 

 

 


SEI VOLATA VIA

Sei volata via
il libro delle poesie
ancora appoggiato
sul comodino
e tu nel vento

come petalo strappato
come foglia d'autunno

ad intrecciare ricordi
e danzare al ritmo
dei miei sogni.
E nulla più.

 

 

 

 



L'ANESTESIA DEL TEMPO

Sulla neve orme.
Impronte del passato
vaghi ricordi

che il sole scioglierà
nel sollievo del tempo.

 

 

 

 

 


AUGURI!

Trovo stupido
(o è solo malafede?)
il farsi mite agnello
quando alla gola
già stringono
le zanne del lupo
e sperare
che siano le lacrime
a fermar la bestia.

Per questo io sto
con la Fallaci,
guelfa o ghibellina
non ha importanza,
contro chi canta la pace
in corteo rimando
10, 100, 1000 Nassirya.
Per questo io sto
con l'Oriana
e con la pace

vera

contro chi chiama patrioti
i terroristi e ai rapitori
inneggia come a resistenza.

Auguri ai pacifisti.

Auguri ai giornalisti
sedicenti indipendenti
che solo per le tragedie
funzionali
sanno sgranare gli occhi
e mostrare indignazione.

Auguri ancora vivi.


 

 

 



NON È CHE SABBIA

È tiepida l'oscurità
e tra fragranze di spezie rare
come la speranza che qui
ha i colori dell'ocra

fiori rossi

si sgranano improvvisi
abbaglianti ricami
che incidono il buio

e la pelle
e l'anima

mentre a ponente
già il sole è tramontato
lasciando tenui strie infuocate
come strascico di un sorriso
amaro per una notte
che inesorabile avanza

e intorno non è che sabbia.

 

 

 

 



HO TROVATO

Ho trovato
sul tuo seno
pause di gioia
e nel tuo ventre
attimi di passione.

Nei tuoi occhi
per sempre l'amore.

 

 

 

 


PIOGGIA

Ipnotico

è il ticchettio umido
di questa pioggia di primavera

fine

che tutto intride e mèzza
e con gelide dita genera brividi.

Pioggia vitale che imperla corolle
e lucida i colori del risveglio
dall'invernale abbraccio.

Pioggia che culla
con canto monotono
e arabesca vetri con mille rivoli
e sulle gocce moltiplica riflesse
le immagini di questo giardino
che nella luce ovattata
accoglie i miei sogni.


 

 

 


 


ALBA

Il sole scioglie
le ultime ombre notturne,
sale la nebbia

e l'usignolo canta
senza nulla vedere.


 

 



BANALITÀ

È azzurro il mare

pare fuso metallo
che si colora ad occidente
nei riflessi d'arancio e rosso
che incendiano il tramonto.

È banale
cantare i colori del mare
o sullo scoglio sognare
per il ruggito dell'onda
o per l'argento di luna
tremulo a pelo d'acqua.

È banale, lo so,

ma non per questo
smetterò di perdermi

incantato

dalle bianche trine della risacca
o tra le candide ali dei gabbiani.

Sia dunque benvenuta
questa banalità
che da sempre
culla la mia gioia.

 

 

 

VILLETTA DI PERIFERIA

È anonima la villetta di periferia
con le sue imposte chiuse
e il giardino ordinario
uguale a tutti gli altri
colorato solo da gerani trascurati.

Nessun rumore a disturbare
nessun frastuono di bambini
né di cani l'uggiolare.

Silenziosi anche i cardini
del cancello vecchio
che, unico vezzo,
s'arabesca di volute originali.

A notte è il buio

interrotto solo dalla fioca lampada
ai campanelli e da lame di luce
che si proiettano di frequente
ad ogni aprirsi d'uscio

unici bagliori

in quella casa delle lucciole
dai sogni interrotti.

 

 

 


PENSIERI IN LOOP

Scorre la notte
lentamente
fermando il sonno
ai confini della coscienza
per l'angoscia
di pensieri in loop
che altro non vorrebbero
se non trovare
l'abbraccio di morfeo.

 

 

 

 

LE BIGOTTE

Grigie s'aggirano
per i vicoli del paese
con le vesti che puzzano
di candele accese.

Sono le bigotte

che di forzata rinuncia
si fanno vanto
e d'ispirate orazioni
fanno un incanto.

 

 



Bigotte

che sfilano in processione
e cantando salmi
le loro voglie nascondono
al cristo e ai santi.

Snocciolano rosari

che d'invidia sono perle
rincorrendo maldicenze
più pesanti e velenose
d'autentiche sentenze,

per poi rinchiudersi
in un mesto dolore
piangendo la solitudine
del loro cuore.

 

 

 


TOSCANA

Dove il mio cuore
all'unisono col tuo
respira e batte
mi spoglio
dell'arroganza dell'uomo
e tra le tue braccia
trovo sogni morbidi
di profondo affetto.

Rassicurato
nel tuo ventre scendo
immergendomi nelle tue acque
lasciandomi avvolgere
dalle tue foreste
respirando la tua aria

e in essa torno
alla vita che già fu mia.


 

 

 

GRANDINATA

Grandine cade
tambureggiando secca
sul mio ritorno

ma il treno non ha paura
di quei gelidi baci.
 

SCOGLIERA A PRIMAVERA

Macchie
di ginestra e di giaggiolo
trapuntate
da papaveri e margherite
fanno di loro brillantezza

musica felice

a contrasto
dello sfondo cupo
di rigidi arbusti contorti
che dello stento
sono l'immagine
con serpentine radici
alle rocce abbarbicati
e la caparbietà
di un'antica esperienza

il vento per sottofondo
e la risacca.

 

 

 

 

 

 


IL LUNGOMARE

Giornate lunghe di primavera
accompagnano a sera
i miei passi stanchi.

Fortunato, volgo lo sguardo,
non su grigi cementi
o su mattoni cupi di palazzi,
ma sul golfo, mai monotono,
dove la collina cade a capofitto
con la macchia impenetrabile
che sposa la quercia al mare.

Golfo mutevole

nei colori delle acque dove il riflesso
raddoppia prospettive di lampioni
e passeggiate a mare defilate e lontane.

E ancora mutevole
nei caldi tramonti dipinti sulle nubi
e nei profumi di sale
e nei suoni di una risacca pacata

che anche stasera

culla i miei sogni ad occhi aperti
mentre rientro a casa.

 

 

 

 

 

 


IL VENTO DELL'EST

Ha soffiato a lungo
il vento dell'est
increspando il mare
guidando le onde
a infrangere muri
e a ribaltare destini
senza speranza.

Forse quel vento
che il fumo disperse
amò anche noi

che non volemmo le ali.

 

 

 

 

 



SALA D'ATTESA

Nei corridoi del dolore

attendo

tra sguardi vuoti
di rassegnazione
e sbuffi d'impazienza
tra frasi fatte
di solidarietà a buon mercato
e segni di consolatorio affetto
per il mio spirito sconsolato.

Li attendo la chiama
del numero assegnato.

E in attesa di sentenza
anch'io sospiro e spero
che mi basti la forza
d'accettare il mio destino
senza angoscia ne timore

senza l'oltraggio del dolore.
 

 

 

 

 

 


PIOVE

Gocce di pioggia e vento
rigano i vetri.

Luce grigia filtra languidamente
in questa livida giornata
di una primavera camuffata

ma

vividi colori svolazzano
tra folate turbinanti
strappati alle rose e ai gerani
da venti incostanti.

Petali
macchie d'allegria
coriandoli di sogni gettati via
a ravvivare il tran tran
dei quotidiani affanni.

 




 

 

 



MALINCONIA

Dietro ad ogni volto
oggi vedo solo la malinconia
per quel che non è stato
nè mai sarà.

Così
raccolgo tra le dita
la sabbia riarsa dei miei giorni
e la lascio scivolare
senza nemmeno provare
a rallentarne il flusso

presto esaurito

per mancanza di strade
e per quel "mal de vivre"
che lo stomaco
attanaglia ogni mattina.

 

 

 


PALERMO

Tra verdi palme
e palazzi barocchi
segni del tempo

normanni e moreschi
tra le mandorle e il miele.

 

 

 

 


FOSCHIA

Foschia salmastra
abbracciata agli scogli
pericolosi.

 

 

 

 

 


TIMORE

A volte ho paura
che di terribili prove
il futuro lastrichi
il mio cammino,
io che la fortuna

fino ad oggi

ho conosciuto da vicino.

Ansia che il dolore
mi veda fuggiasco
incapace di mostrare
il giusto coraggio
per affrontare le prove
a me riservate
per giovamento d'affetti
e di persone amate.


 

 

 


GUAI AI VINTI

È ancora il sangue
l'invitato di oggi
sui palchi in rosso

dove s'incita all'odio
nel nome della pace.

 

 

 

 


I MIEI GIORNI

Col vento in faccia
sto sugli scogli
a godere delle onde la danza
e a catturare
schizzi di sale
con le labbra.

Mentre in mille rivoli
le spume infrante
scivolano in mare
riamalgamandosi indistinte

come i miei giorni
che luccicanti scorrono
per rifluire nel tempo

e
pian piano

divenire massa amorfa.
 

 

 

 

 

 

 


ERA LA MIA CITTÀ

Percorro strade che nel ricordo vivono
come se solo un giorno fosse passato.

Osservo facciate, ancora le stesse di allora,
immobili nel trascorrere del tempo.
Guardo vetrine di negozi che son parte
della memoria e risento i profumi
e rivedo i colori, ricordo di anni passati.

Eppure nella gente

non scorgo lineamenti familiari di visi
visti e rivisti in anni di frequentazione
a me mancata in questa città mia
che visito da straniero e da turista.

Bruciano gli occhi a riconoscere
questa estraneità che abbatte e duole
e rende lo spirito mogio nella mancanza
di calore, di ritrovate radici perse
nel tempo che fu e più non sarà.

 

 

 

 


DANZA

Danza il mio tempo
al ritmo frenetico
di una musica forte
che poco discerne
tra il bene e il male

che dell'amicizia
fa solo conoscenza
e l'amore

tradito

col sesso confonde
nella costante rincorsa

(di cosa?)

che pace non trova.
 

 

 

 

 


CIVILTÀ

Muore la tigre
nel fumo soffocante
d'arsi rifiuti

come il lupo che cade
tra gli agi della città.
 

 

 

 


SFIORISCONO I CILIEGI

Scendono lievi
come fiocchi di neve
bianchi petali

ad allietare l'anima
di questa primavera.
 

 

 

 


PRIMAVERA A KYOTO

Ondeggia il ramo
e piovono petali,
alla casa del tè

si piega il salice
e piange lo shamisen.

ALBA

Il sole scioglie
le ultime ombre notturne,
sale la nebbia

e l'usignolo canta
senza nulla vedere.
 

 

 

 


SOTTO LA PERGOLA

Nell'ombra fresca
tra riflessi d'indaco
vive memoria

mentre il vento scuote
i graspi del glicine.

 

 

 

 



RIVIERA DI PONENTE

Sotto ad un cielo
d'azzurro profondo
spiccano le macchie gialle
delle ginestra abbarbicate
a muri a secco
assieme a gocce di rosolacci
incastonate nel verde
di vecchie fasce
tra profumi di salvia
e rosmarino.

Tra gli ulivi il luccichio
di acque lontane
e giaggioli a gareggiare
coi pastelli di case
a picco sul mare
e caruggi stretti
tra facciate legate da archivolti
bui e freschi nella calura
odorosa di sale
del mezzogiorno.
 

 

 

 

 


SOLO UN'ONDA

Sei stata solo un'onda
montante a pelo d'acqua,
per la forza del vento.

Tutto hai travolto e rimestato
ma come onda col rifluire
nulla di te è restato

se non le tue lacrime
e sabbia bagnata.

 

 

 

 

 


GOTICA

Lunare alone
disegna foschie cupe
d'ansie notturne.

 

 

 

 

 



E TU?

Nelle sinestesie ascetiche
tra tramonti surreali
mi specchio
in cocci di vetro smunti
per sfuggire sguardi di medusa
e intorcinate spire di serpentine regole
avulse
da memorie urticanti
sperse nel non sence di sguardi vacui
anonimi
e mi chiedo
dove sarò domani.
e tu?



 

 

L'SMS

Tutto è bruciato
in un banale istante di follia
irragionevole forse

e ora la lingua crespa
come corteccia d'olmo
non sillaba

e le mani dalla pelle vizza
come collo di tartaruga
sono incapaci di vergare parole
con l'inchiostro rosso del dubbio
eppure
vorrei abbracciare ciò che ho bruciato

e ancora ridere assieme
sentirsi a voce

ma lì

troppo sarebbe un rifiuto
ed altro non mi resta

che un vigliacco sms.



 

 

 

 

 

 




 

   
   
   
   
TI DISSI

Ti dissi: "Ti amo."
due sillabe di vita
che non potè mai
essere vissuta.

E dissi: "Ti lascio."
e abbandonai il mio cuore
sul ciglio di una strada
come un cane
inutile in vacanza.

E infine, sottovoce,
ti dissi: "Me ne vado... "
per quelle carezze
che mai
ti avrei potuto regalare.


 

 

 

 

 

 

 

 

FIORI DI TRIFOGLIO

Lilla
di petali adunchi,
chiusi a riccio
come cuori in difesa.
Invisibili capolini
dalla piccola forma
d’insignificante aspetto.

Eppure belli
nel loro essere comuni
in aiuole anonime,
semplici come gente
d’ogni giorno
che nessuno vede,

eppure

capace a volte
dell’impossibile.



 

 

 

VENTO VITALE

Soffia vitale
vento di primavera
sognando estate

trascinando petali
di rose vellutate.

 

 

 

 

 



ABBANDONATO

Nell'erba fredda
si bruciano speranze
d'amore e d'odio

nel canto dell'usignolo
la fiamma vacilla.
 

 

 

 



HO AMATO

Ho amato parole leali
che poi sono state tradite
e ho amato sogni d'utopia
evaporati nella realtà
assieme alle speranze svanite.

Poi ho amato la donna
dicendo per sempre
e l'uomo chiamato amico
fino all'abbandono
per un sogno tradito.

E infine ho amato Dio
senza che nulla
ricambiasse il mio dono
se non con pretese assurde
di chi chiede compenso
per concedere il perdono.

Così oggi,
non ho più chi amare
forse nemmeno me stesso
per quel che vedo ogni mattino
riflesso nello specchio
per quello sguardo sperduto
su una faccia da fesso.
 

 

 

 

 


SOTTO AL GLICINE

Baci che danno assuefazione
si rincorrono sul filo di un telefono
che distanza annulla
rendendo l'impossibile credibile
e suggerendo sogni
che dell'inverno fanno primavera
e il nostro parlare ci avvicina
come se ancora fossimo
sotto a questa pergola,
nel profumo del glicine fiorito
in quella tiepida sera di Aprile.

 

 

 

 

 

 

 


ALLA STAZIONE

Solitari giorni
trascorsi in questo atrio in festa
tra annunci d'arrivi e di partenze
e d'auguri ai passeggeri

frettolosi

vocianti

che non indugiano con me
non si soffermano e mi superano
quasi grati e meravigliati
che non abbia teso la mia mano
e non abbia nulla chiesto o domandato.

Ma nulla mi manca in questo rifugio
che puzza di freni surriscaldati e ferro
e strilla con voci di metallo
che tengono lontani, attenuati
i rumori della città

che è fuori

distante.

Nulla ho da chiedere
non sono un accattone
ma solo un uomo
che non c'è più

sono un barbone

col mio tesoro appresso
nel carrello da supermercato
in questo castello inespugnabile
dove ho un letto di cartone
in un angolo dimenticato.
 

 

 

 

 

 

 


SUICIDA

Otto piani
volati in un baleno
hanno chiuso la porta
su angosce profonde
lasciando un deserto
di pianti e rimpianti
per ciò che poteva
e invece non fu.

Nel sole di primavera
difficile da fuori capire
anche sull'onda
di un misericordioso sentire
il quotidiano affanno
il perché della resa
il perché d'ogni rinuncia
fino all'estremo danno.

E cosa resta oggi?

Occhi infossati
straziati dal pianto
e i volti stolidi
di chi resta, attonito,
e che forse non troverà,
per te, alcun perdono.


 

L'INCONTRO CASUALE

Ho rivistro strade e case
che mi hanno parlato di noi
cullandomi nei ricordi
di quella stagione ormai finita
di quella passione ormai sopita.

Poi ho rivisto te

i tuoi occhi nei miei
la sorpresa
il sorriso turbato
quel saluto impacciato

e il tempo si è fermato
mentre una mano d'acciaio
mi stringeva i visceri
distruggendo l'illusione
d'essere ormai guarito.

 

 

 

 

 

 


A TE

Lenta
Lenta
Lenta e forte
la spada
è penetrata e avvolta
nel cuore sanguinante
per ferite antiche
mentre il pugnale
strappa gemiti
alla rosa rossa
imperlata di rugiada.

Acide foglie di realtà
contrastano il destino
che ci vuole e cerca
ed urla che
quel che dev'essere
sarà.


 

 

 

 

 

 

 



ASPETTANDO PRIMAVERA

Sul piatto di un realismo quotidiano
fatto d'istinti di sopravvivenza
lancio ancora i dadi del destino
per invocare la provvidenza

e attendo il numero che la sorte
vorrà assegnare al mio futuro
determinando le rotte contorte,
per arrivare ad un porto sicuro.

Cosi alla speranza io do rinforzo
al fine di superare questo male
ed ogni giorno più mi sforzo
d'ancorarmi al mondo reale,

ma fino al ritorno della primavera
resterò sbattuto su questi scogli
cercando colori e soffi di vita
da vergare su questi fogli.
 

 

 

 

 

 



DOMENICHE D'INVERNO

Dei miei sedici anni
ricordo pomeriggi
di domenicale inverno
fatti di noia e di pioggia fine
che intrideva pantaloni
e giubbotti sgangherati.

Giornate buie
d'usuale languore
che per la festa
riunivano famiglie
nella patriarcale casa
dove i rumori di gioia
erano banditi
per garantire tutta la noia.

E a pranzo finito
s'andava ai baracconi
alla ricerca degli amici
e dei primi amori
fatti di sguardi
e di ammiccamenti S

S e di null'altro

che poche parole
scambiate prima
dell'ora di casa
dove al rientro
si ritrovava la noia
interrotta solo
da scintille d'ansia
per i compiti non fatti
del lunedì.
 

 

 

 

 

 

 

 


CAMPIONE FRAGILE

Pedala pedala
con grande passione
scalare montagne
è la tua ossessione.

In piedi sui pedali
fendi la ressa
come nuovo mosè
che le acque attraversa,
ma il sogno s'infrange
sull'ultima salita
incapace di affrontare
sui pedali anche la vita.

Così ora ti godi
quei quattro soldi di morale
con sufficienza regalati
dall'ultimo telegiornale.

 

 

 

 

 

 


EMILIA

Verdi campi di grano acerbo
s'inseguono in lunghe prospettive
intramezzati da pioppi in filare
pronti all'improvviso svelare
nel correre del treno
di torri e campanili aguzzi
svettanti da profili di tetti rossi.

E ancora campi di smeraldo
macchiati del giallo del ginestrino
e del viola dei giaggioli di greppo
che sfilano veloci dietro al vetro
tra case sparse
anonime e monotone
ingentilite solo dai festoni del glicine.

In distanza anche l'Appennino sfila
in quest'aria frizzante
che sa di lambrusco e primavera
rompendo l'orizzonte di questa piana
impreziosita da fiumi e torrenti
incastonati come pietre preziose
nelle geometrie della campagna
oasi di natura ribelle mai doma
mai completamente piegata
al volere di chi s'illude di possederla.
 

 

 

 

 

La proprietà letteraria è dell'autore. Ogni riproduzione è vietata.

 

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