Alessandro Milito

le sue poesie

La pizza magica. Se potessi passare una giornata a modo mio. Ricetta per una bellissima estate. Fantasmino. Il personaggio che mi piacerebbe interpretare a teatro. Una maschera per il teatro.
Le avventure di un ragazzo in Inghilterra. Un viaggio con la mia famiglia.        

 

 

 

La pizza magica.

Un giorno il Signor Latte cercava degli amici.

Dopo aver fatto tanti viaggi, trovò due amici che erano il Pane ed il Pomodoro. Essi lo presero in giro perché dicevano che il Signor Latte era nato alla mucca pazza.

Poco dopo fecero pace. 

Ognuno era famoso per una cosa:il Pane era il mangiare dei poveri, il Pomodoro per la sua dolcezza, il Latte perché dava zuccheri e molta energia. Allora fecero un piano per diventare ancora più famosi. Poco dopo il Latte diventò mozzarella, poi si unì il Pomodoro ed il Pane li teneva su.

Ed alla fine divenne focaccia e con il passare del tempo diventò Pizza.

     III elementare                                                          

                                                                                 Alessandro

 

 

 

Se potessi passare una giornata a modo mio.

 

Di solito la mattina ci alziamo, ci laviamo, ci vestiamo, mangiamo ed andiamo a scuola. Una vera noia eh? Come si varia il cibo  ogni giorno, perchè non si dovrebbe variare la solita noiosa giornata?

Se potessi passare “una”, non chiedo molto, solo un giorno che potessi passare a modo mio lo farei così.

Inizio giornata:

Colazione con super-mega panino a 4 strati, 1 ora e mezza di gioco al computer e niente lavoro per mamma in casa(cosa quasi impossibile da fare).

Pomeriggio:

uscire con i miei cugini ed andare a giocare a palla nel cortile di mia nonna.

Dopo questo batti e ribatti di giochi , ci sediamo al computer a divertirci con dei cd. Ronf, ronf un po’ di riposo ci vuole: ronf, ronf, fiuu.

Sera:

dopo il pomeriggio giunge la sera . Cosa né dite di una bella pizza con patate rucola e mozzarella e poi un gelato tanto per rinfrescarci?                                     

Notte:

un altro riposo nel nostro amato lettino. Ronf,ronf, fiuu.

Mezzanotte:

è la prima volta che lo faccio:è lo spuntino di mezzanotte!

E dopo? Beh? Vi ricordate ho chiesto solo un giorno, quindi sarò costretto a fare la solita noiosa giornata! Cosi è la vita ma tutto sommato ci siamo divertiti.

Invece di fine giornata  è il momento  di dire:fine testo.

 

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Fantasmino.

  

Fantasmino era un piccolo fantasma che abitava, nella torre di un castello.

Il giorno sonnecchiava tranquillo nel cassetto di un vecchio mobile, ma quando scendeva la notte, si dirigeva verso il suo laboratorio per fare un’invenzione che nessun essere vivente aveva mai inventato.

Questa invenzione era il cisburgher  a sette strati.

Beh, sì lui non era molto cattivo, infatti, le sue invenzioni erano mangerecce.

Il suo laboratorio era la cucina. Lui si chiamava: fantasmino Formaggino.

Un giorno scese in laboratorio “guai a chi lo chiama cucina”e finì la sua ultima invenzione.

La sua invenzione era: le chiacchiere al “sesamo”. Questo dolce lo chiamò così perché mangiandone molto gli venne voglia di chiacchierare.

E perché al sesamo? Perché al forno quando ha fame dice:”Apriti sesamo”.

 

04 febbraio 2002 “IV elementare”.

 

 

Il personaggio che mi piacerebbe interpretare a teatro.

  Il personaggio che vorrei interpretare a teatro, ve lo mostrerò ora.

Sarà un condottiero valoroso dotato d’armatura pesante, con un grande elmo chiuso. Avrà scarpe di ferro a punta, un’arma “in più”  contro il nemico.

Sarà molto coraggioso armato di spada  e di scudo.

 Apparterrà alla popolazione degli “atici” (IV A) ed avrà come suoi alleati i “biatici “(IV B) e i “ciatici”(IV C).

 Con un cavallo molto potente si spingerà in conquiste valorose.

 Alla fine avrà compiuto la sua impresa:conquistare tutto il possibile.

Avrà creato un grande impero insieme ai biatici e ciatici.

Lo chiamerò Aticus Atican.

 

Febbraio 2002 (IV elementare)

                                                                 

 

Una maschera per il teatro.

 

Fare una maschera per il teatro non è una cosa facile ma con l’uso della fantasia si può fare di tutto.

Innanzitutto deve essere simpatica con colori allegri (cioè con colori maluma).

Il vestito pieno di colori, il cappello con una forma buffa.

Ora che sappiamo com’è il corpo dobbiamo vedere come fare la faccia:sarà con un nasone a patata, due grosse guance e due occhi grandi.

Ora che abbiamo gli elementi necessari manca solo il nome.

Lo chiamerò Allegria. Non c’è miglior nome per uno che deve far ridere!

Il cognome sarà Milito. Le qualità:mangione, pasticcione, generoso e simpaticone.

 

 

11febbraio 2002 (IV elementare).

 

 

 

Le avventure di un ragazzo in Inghilterra.

Era pomeriggio, quando Giovanni stava per andare dai nonni che lo avevano invitato ad un tè.

Sapete, in Inghilterra alle cinque è ormai una tradizione bere qualcosa di pomeriggio.

La casa dei nonni di Giovanni si trovava in campagna, vicina all’allevamento abbandonato di galline. Giovanni aveva perso da anni la sua mamma, morta in un incidente stradale ed il padre lavorava sempre per guadagnare qualcosa, cosicché il ragazzo andava sempre a trovare i nonni. Il nonno di Giovanni era un uomo alto con i baffi e la barba grigia, amava raccontare storie avventurose a suo nipote, più di ogni altra cosa.

Quel giorno raccontò una storia sull’allevamento abbandonato di galline, ormai distrutto ed abbandonato da anni.

Si dice che nel 1943 l’aviazione tedesca distrusse il terreno e la casa del vecchio Federic, che aiutò l’esercito inglese a formare nel suo terreno una piccola stazione di comunicazione.

Giovanni e la sua famiglia erano emigrati dall’Italia nel 1963 e fortunatamente in quegli anni la guerra era finita.

 La mattina dopo il ragazzo usci’ con i suoi amici, destinazione l’allevamento di galline abbandonato. Il nonno, il pomeriggio precedente, aveva detto che le galline del vecchio Federic servirono come viveri per i soldati.

Giovanni voleva sapere di più su questa storia e quindi si decise a fare una piccola scampagnata..

Nell’allevamento c’erano i resti di radio (servite per la comunicazione) e di qualche arma ormai tutta malridotta.

Giovanni ed i suoi amici si avventurarono tra pezzi di legno rotti, mattoni che cadevano e mobili distrutti. Il tetto, ormai quasi tutto distrutto, stava per cadere, il giardino e la fattoria erano soltanto macerie, si sentiva uno strano rumore ed i ragazzi già impauriti se ne andarono di corsa. Poco dopo videro che sotto un pezzo di legno si trovava un cappello. Era il cappello di un ufficiale. Era sera ed i ragazzi se ne tornarono a casa. Giovanni aveva il cappello sotto al braccio.

La mattina seguente Giovanni trovò sotto la fodera del cappello un messaggio: “Le mappe, i viveri e le informazioni si trovano ….” .

Giovanni non credeva ai suoi occhi, quello che c’era scritto corrispondeva alla sua casa: perché bisogna sapere che una volta la sua abitazione non esisteva, era solo un terreno libero.

Con il nonno andò nella cantina della sua casa e scavando trovarono tutte queste informazioni, mappe e varie cartacce.

Tutte queste cose valevano storicamente molto e Giovanni, grazie al loro ritrovamento, ricevette come ricompensa dal Governo tanti soldi per far vivere la sua famiglia senza l’incessante fatica di suo padre al lavoro.                  Alessandro, 6 novembre 2003

 

 

 

 

 

Un viaggio con la mia famiglia.

Mi chiamo Alessandro e di viaggi con la mia famiglia ne ho fatti veramente tanti che non so quale raccontare in queste righe. Questa volta racconterò il  primo viaggio con la mia famiglia.

La mia prima destinazione oltre alle strade di Crotone fu Roma. A Roma capitai per un  motivo molto curioso, dovevo fare una visita medica.

Era un  motivo insolito per il mio viaggio. Nella capitale avevo una zia  ed uno zio che fortunatamente mi avrebbero sicuramente ospitato. Ed ecco il giorno della partenza.

A quel tempo  la mia nuova auto come me, non aveva mai avuto altre destinazioni che le strade di Crotone. Tutti mi parlavano bene di Roma ed io a dirla tutta mi aspettavo solo una città piena di ospedali e punture. Sei ore in macchina non erano una cosa da niente per un bambino piccolo.

Passò il tempo ed io nella mia mente pensavo :”Cosa mi aspetterà a Roma? Un dottore pazzo?” e piano a piano mi addormentai.

Mi svegliai nei pressi di Napoli, ma sfortunatamente non  vidi niente.  Alla fine arrivai a Roma. Rimasi impressionato dai palazzi, dai negozi, dalle strade insomma da tutto. Ero sbalordito dalla quantità di merci e dei negozi che erano il doppio di quelli di Crotone. Andai a casa di mia zia per riposarmi.

Ore dopo mi trovavo in un ospedale enorme  e pieno di altri ragazzi. Dopo circa un’ora di attesa al posto di  un perfido dottore trovai una simpatica dottoressa. Tutto andò per il meglio. Finalmente potevo visitare la città.

Per un bambino abituato alle “stradine di Crotone quella metropoli era un vero  e proprio paradiso. C’eravamo infilati nella metropolitana”un vero “regno oscuro” di treni. Eravamo in piazza ed io potei comprarmi il mio primo souvenir. Il cielo era sereno senza nuvole ed il sole splendeva forte. Arrivò sera e sfortunatamente me ne dovetti andare da quella città dei sogni

( e di balocchi!).

 Per ingannare le sei ore di ritorno giocai con il mio souvenir nuovo di zecca. Era stata un’esperienza magnifica che presto si sarebbe ripetuta. Non vedevo l’ora!

Però per essere stata una visita medica non è stata niente male!

 

17.10.2003  Alessandro

 

 

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xt-align:justify;line-height:150%"> Era un  motivo insolito per il mio viaggio. Nella capitale avevo una zia  ed uno zio che fortunatamente mi avrebbero sicuramente ospitato. Ed ecco il giorno della partenza.

A quel tempo  la mia nuova auto come me, non aveva mai avuto altre destinazioni che le strade di Crotone. Tutti mi parlavano bene di Roma ed io a dirla tutta mi aspettavo solo una città piena di ospedali e punture. Sei ore in macchina non erano una cosa da niente per un bambino piccolo.

Passò il tempo ed io nella mia mente pensavo :”Cosa mi aspetterà a Roma? Un dottore pazzo?” e piano a piano mi addormentai.

Mi svegliai nei pressi di Napoli, ma sfortunatamente non  vidi niente.  Alla fine arrivai a Roma. Rimasi impressionato dai palazzi, dai negozi, dalle strade insomma da tutto. Ero sbalordito dalla quantità di merci e dei negozi che erano il doppio di quelli di Crotone. Andai a casa di mia zia per riposarmi.

Ore dopo mi trovavo in un ospedale enorme  e pieno di altri ragazzi. Dopo circa un’ora di attesa al posto di  un perfido dottore trovai una simpatica dottoressa. Tutto andò per il meglio. Finalmente potevo visitare la città.

Per un bambino abituato alle “stradine di Crotone quella metropoli era un vero  e proprio paradiso. C’eravamo infilati nella metropolitana”un vero “regno oscuro” di treni. Eravamo in piazza ed io potei comprarmi il mio primo souvenir. Il cielo era sereno senza nuvole ed il sole splendeva forte. Arrivò sera e sfortunatamente me ne dovetti andare da quella città dei sogni

( e di balocchi!).

 Per ingannare le sei ore di ritorno giocai con il mio souvenir nuovo di zecca. Era stata un’esperienza magnifica che presto si sarebbe ripetuta. Non vedevo l’ora!

Però per essere stata una visita medica non è stata niente male!

 

17.10.2003  Alessandro

 

 

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