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i suoi racconti

 

irreale immenso lo spessore del silenzio  la preghiera  paesaggio d’inverno  le amiche  Chiaroscuri d’inverno  Gli amanti indolenti 

 

irreale immenso

Delicate lontananze……. luci…..tinte
.. …… chiare nubi in cielo.
Infiniti ……..i tanti colori ..……forse
…..…apposta dimenticati dal tempo
in quell'ora … per un irreale immenso. 

Mosso.. l'intorno…. nella trasparenza
delle cose …si scuote…. alle mitezze 
e lieve si incanta alla divina differenza
del tuo sorriso che dilaga oltre il cielo
a placare le memorie antiche. 

L'ora dei silenzi serba l'eco della vita 
e al disgiungersi da questo immenso 
………….. breve la sera si colora ….
e così ….s'abbandona il camminare 
dei pensieri …….nell'irreale…… dove 
i sentieri s'allontanano…. tra il tepore 
lilla di infiniti fiori.
                                            Per Ivana

lo spessore del silenzio

Equilibri muti……armonie.

………Sfumati contrasti.

Una luce diffusa ….. pone

……….montagne e cielo…. 

sugli orizzontali di una spiaggia

nello stesso quadrato.

 

E dalle brumose acque

una sottile memoria si distoglie

al sussurro di un alto volo

e si scopre l’ora nel crespo

di un fitto ricordare che stilla lento

dall’esteso spessore del silenzio.

 

Tutto si stringe al tuo ricordo

che si solleva da folto grigio

della piana dei solitari cavalli.

 

Allora lontano si scorge breve

il segreto di questo amare

che c’intreccia e non ci abbatte

ma conduce il nostro vivere

sull’anello di una silenziosa  

giostra  sempre distante

da quel perno che ci avvita.  

 

 

la preghiera

 

Lunghe grigie tele ………ondulate……..

              …… crespate ……… piegate,

e seduti…neri fardelli senza luce………

 

Statuarie immagini….

Durano…….. immote……….affacciate…

su una piana di brume, di fiumi, di case,

dai monti, in un cielo di nubi…..

sì fatti grigi…di lontananze, di ombre,

di luci….Di pensieri.

 

Pensieri, stremati…… finiti, …staccati

alle memorie più remote ….  più ignote.

Le braccia, secche, schiuse…piegate…

traverse ai monti a un sole che dispare.

Amara nell’anima ognuna prega ….

 

Permane inquieta la dolcezza sulle cose

posta ad arte in una grigia griglia

da scalari orizzonti di spazi immensi.

Il canto vaga e si allontana nella piana

in quell’ora che muta nella sera……

e si scioglie tra i grigi il grigio di un cielo

che s’inarca dai bui lontani dell’inverno.

 

(Henri Cartier-Bresson- Kashmir 1948)

 

paesaggio d’inverno

(l’indifferenza)

 

Inverno. …Linee opache…. incerti contorni

..macchie scolorite ….e nei grigi astratti

di morbidi spazi, tra sospese brume

e chiare ombre……… il lento trasparire

della vita dai folti grigi …in un piatto fluire

di chiaroscuri si mostra e si racchiude.

 

Un marezzo nel lago….

……………………….un segaligno volo,

ripetono irreali orizzonti fitti di memorie

fragili …sfuggite a un più freddo inverno.

L’indifferenza…..

                        (monologo)

L’indifferenza….. si l’indifferenza…..

L’ indifferenza di quel mondo squallido,

fatto da inquietanti effigi…..

monocrome…. impietose….marce….

Dove il silenzio ci sfibra e lo smarrimento

dilaga …. Dove ….

dove le spalle non tengono ….e un vuoto

….arido… asfissiante….oscuro…………

ci riempie……e ci consuma.

Là….non  esiste.. il voltarsi…… Il guardarsi

non esiste……..  E il parlare è l’inganno

di una voce muta….. Muta e sorda.

 

Si scioglie la coltre ….lenta

……a un sole che piace d’inverno. Nei rivi

dirada la bruma che stride.

Il tempo muta, l’indifferenza s’incrina.

S’accendono le smorte luci di una vita

nascosta che ci riprende e freme.  

 

 

 

le amiche - torresina 1954

 

Le amiche, le risate, i miei muti strilli,

i grandi alberi delle noci. E la ferrovia senza fine

svaniva evanescente nell’accecante luce

di un meriggio di una lunga estate …

…..Un ricordo…..

 

“L’afa pesante sui binari. E l’amica bionda

per gioco si sdraiò e traversa rise.

Martellò nella mente il rotare di un lontano

treno…… Chiusi gli occhi , li riaprii, strillai,

la guardai, corsi, la tirai per la mano,

ma lei rise, tutte risero…… Mi fermai muto…

si alzò e quasi pentita si s’allontanò sola ….

I visi s’ombrarono. Le risate si spensero.

Rimase l’afa silenziosa.

Le amiche sedute dalla pietra s’affacciavano

lontano cercando il treno.

 

Rifugiato nei miei piccoli pensieri, mi chiesi

il perché delle cose e nell’attesa della gioia

di casa, sorridevo……. Il gioco era finito.

Giunse il treno, attento lo guardai, lo toccai

e lo vidi ripartire con me solo. Le amiche,

sui binari dei miei pensieri, mi salutarono

restando con il loro stupido segreto.”

 

La ferrovia svanì per sempre, le amiche,

qualcuna la incontro, qualcuna la ricordo.

Erano le amiche della zia.

 

(dai resti della ferrovia – luglio 2002)

 

 

Chiaroscuri d’inverno

 

Chiaroscuri d’inverno. Gelido pattume

di una stagione che raggela l’anima.

 

Alberi pesanti.

Laterali grigio scuro di un cuneo di luce

che ampio sprofonda per una lunga strada

nell’atono sfumare di una lontananza

che lo stringe.

Forme in bianco e nero…luci….ombre…

…opache simmetrie….. nature morte

per i rigidi equilibri di questo inverno.

 

Il venire lento di un uggioso ritratto

di un passante trascina nella fumosa sera

un insolito riflesso che si spezza lucido

sulla grigia tavola della camera oscura

di questo mondo fatto di stampe antiche,

piatte e morte.

 

      

   (Henri Cartier-Bresson- Viale del Prado 1932)

 

Gli amanti indolenti

Stravaganti piedi nel vuoto

appesi alla lubrica mente

di amanti indolenti,

vanno angeli in corpi ribelli

in vele di vento per isole remote.

Corpo confidente della notte

con seni convessi di frutti di more

spremuti per vendere amore

alla bocca assetata

strugge piaceri a grigi sospiri

in giochi pigri con molli mammelle.

Il piacere echeggia in silenzio

nelle crepe della madida pelle

la luna incontra un sorriso di donna

lasciato dal desiderio passato.

Giacciono impalpabili nude cavità

ricolme di creature indolenti.

   

 

 

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