Pink05

 

Non ti chiedi... Aspettare per crescere, forse. Fantasmi azzurri Ultimi doni… Appena fuori città E' macigno... Mai nate... Abissi Sopravvivenza… Riuscirò ad uscire
MISSIONE… Cullavano il sogno di una vita migliore QUOTIDIANITA Da un vecchio pontile Ritempràti LA BREZZA Si tratta… Corde… IL VELIERO Magia

 

 

IL VELIERO

Il vento gonfia le vele, ma
tra tempesta e bonaccia
si ammainano stanche,

stasi

la rotta è bislacca,
al primo soffio si riparte,
a poppa e a prua ancora
si issano colme le vele

sventolano orgogliose
e calmo scivola, il veliero

nel verde immenso.
 
Magia


C’est un étendre de magie
sur la fenêtre bat la goutte

c’est la goutte de la pluie
la pluie de ma vie qui bat

bat vers toi goutte sur goutte
c’est la cascade de ma passion

qui entre dans ta bouche
qui entre contre mes rein

c’est une symphonie la plus
silencieuse la plus belle

qui éteint ma soif
qui éteint ma faim

*********************
E’ aprirsi alla magia
sulla finestra batte la goccia

è la goccia della pioggia
la pioggia della mia vita che batte

batte verso te goccia su goccia
è la cascata della mia passione

che entra nella tua bocca
che entra tra i miei reni

è una sinfonia la più
silenziosa la più bella

che spegne la mia sete
che spegne la mia fame

 

 

 


 

Si tratta…

Il S’agit d’être et de connaitre si tratta d’essere e conoscere
je me cache dans la matasse mi nascondo nella matassa

intrigant de ma fantaisie intrigante della mia fantasia
je me dole de tout façons me ne dolgo nonostante tutto

je fait un grand respire faccio un grande respiro
pour mon revivre per il mio rivivere

trop je te désire troppo ti desidero
trop près de moi troppo vicino a me

je me ravise toi libre ma mi ravviso tu libero
moi chevale en bride io cavalla nelle briglia
 
Corde…

hai suonato in me una corda
molto tesa mai suonata

suonata male scordata
dimenticata in soffitta

ne son uscite fuori
note stonate, stridule

inespressi voli
divenuti cadute

altre corde suonano
rotte e riannodate

nenie e cantilene
ripetitivi canti

altre ancora pizzicate
di tanto in tanto in cerca

di voli più liberi e leggeri


 

Ritempràti


Azzurro è lo spazio
senza macchie nere
ma una lingua di fuoco
ne brucia la quiete

la distesa d’acqua
inizia il suo rumoreggiare
da sopra e da sotto
non c’è più distinzione

su barriere s’infrange
l’impatto è marmoreo
schiaffi da palmi d’acqua
schiumeggianti vanno e tornano

è fosca tormenta ma al suo
limite ammicca il sereno
è tutto più mirabile magico
l’odore lasciato fende la via

al sole, alla pioggia alla
calma, al subbuglio per
riemergere più forti, consci
d’essere esseri leggeri

 

 

 


 

LA BREZZA

la brezza lambisce
appena l’aria stessa

su filo d’edera allegro il fringuello
teso nell’annuncio, ti sofferma

ad assaporare la freschezza che
muove appena le ciglia del tempo

in piccolo battito e pizzica su
corde sibilanti in squarci di luce
 

 

QUOTIDIANITA

tutto intorno continua a girare
strilla urla schiamazzi

bambini compiti, spesa
per fortuna la quotidianità

l’isolamento è nella testa
l’incontro con note di musica

che pungono il cuore
nel fermarsi sul vuoto

rincalzare la fisicità, chiedersi
se è sempre stato così

un trascinarsi… dove non
ci fosse stato un fine…
 
Da un vecchio pontile

Mi affaccio, pontile dimesso
scorgo tra due rive scarne
un fermo fiume verde
un tempo solcato, brioso

oggi melmoso, non più
confini verdeggianti
ma alte finestre
al tramonto infuocate

non più alti fusti
ma ombrosi tralicci

un melanconico pescatore
trascorre le sue ore, la lenza ferma
aspetta che qualcosa si muova

che si muova alfine anche il mio amo
affondato in quest’acqua
ansiosa di rivivere
e d’esser radiosa al tramonto

 

 


 

 

-MISSIONE…


Dispersa nelle voci lontane
parole mai più giunte allungano la mano...
Vite donate, gesto umano compresso
in siti già percorsi e dimenticati.

Colpa dell’omertà:
inesorabile il masso cade!

Vite spezzate.
Innocente disperazione
tra lacrime e fierezza.
Quante vittime inutili della passione …

Giocano ai vertici:
scacco matto !? a chi la prelazione?
 

 

Cullavano il sogno di una vita migliore
per sé, per gli altri.
Fiduciosi nel loro giaciglio
udivano la voce della loro bambina,
altri passavano di lì,
ignari andavano coccolati da loro.

E' un orrore vano:
dolore, angoscia, maledizione
per quanto tempo ancora
questa trasfusione!?
 

 

 

 

 

 

Sopravvivenza…


Sospeso, sopra l’argine di un fiume
caduco sembrava il suo fremere

quand’ecco rivelarsi,
nell’orda fetida d’illusione
unta di blasfema mediocrità,
l’improvvisa convinzione d’essere.

Volgeva verso la speranza,
ma tornava con disappunto
nella stessa stinta melassa.

 

 

 

 


Abissi

immersa nei gelidi abissi
sento appena il freddo dentro
sono illuminata da lucciole

elettrizzata da improvvisi lampi
scossa da bioluminescenze, mi assottiglio
appartengo a quelle acque
alata continuo a percorrerle
e mi nutro di esse

apre i varchi un angelo del mare!

 

 

 

 



E' macigno...

Si adagia carezzevole la nebbia
ma non sono verde pianura
e pesa su di me come coltre spessa

oltre non vedo, il giorno non dipana

barcollando come ai primi passi vado
ma dove?
Ricordo il primo guscio:
leggera me ne uscii alla luce
quando mi si schiuse

ora è corazza senza protezione
non è casa da portare dietro

- è macigno che schiaccia -
 

Riuscirò ad uscire?

Ho scavato la lunga galleria
ed in fondo ho riempito la mia tana
chiuderò bene la porta
e cadrò in un lungo sonno

svegliatemi in aprile insieme alla marmotta

così non sarò preda e mi farò cercare
mi evolverò nei sogni, saranno ampi
gli orizzonti e liberi per camminare
supererò la noia e questa prigionia

e forse solo allora mi cercherai…

 

 

 


Mai nate...


Oltre la catena montuosa
anelli di stenti s’incastrano

e fanno prigioni su corpi
a colombe senza ali,

spezzate

per farle strisciare
in vicoli dove scorrono
sudiciumi

il pianto è muto, si scioglie
il trucco di bambola
ma nel mercato non c’è pietà

è defraudata per sempre l'innocenza
e con essa il libero volo della vita

non

sono

mai

nate

 

 

 

 



Appena fuori città

Oscurità nella febbrile chimica
primo lavoro appena fuori città
l’affanno era acre respiro

e nelle fumate color paglierino
si passava veloci e assorti
ma lì nella volta tossica
giocavano i ragazzi nei cortili.

Più volte la clessidra si è girata
ora dal traffico convulso appare
di cemento uno scheletro dove
bolle d’aria e di sapone
saranno cinque stelle dorate

una chimera di ricco avvento.
 

 

 

 

Ultimi doni…


Disseminate qua e là, sul pavimento
bianche e colorate
stamane le sistemerò con cura
ogni forma avrà il suo posto.

Cammino e le ritrovo in fondo
o all’inizio di una strada
dove soffia la brezza dell’Avvento.

Sono i più gettonati, doni
avvolti tre, quattro volte
come se il freddo li divorasse

con quanta leggerezza
li gettiamo lì, disposti a strati.

Azzurra, bianca, verde
è la fantasia del riciclaggio ultimo grido.

 

 

 

 



Non ti chiedi...

Ti perdi un po’ nell’aria, dove
ancora chiome danzano nel cielo
e bimbi, mamme, nonni si ricreano

infine le voci si fanno riposanti
e per la luna che ascende
la vista si fa esitante

e non fai caso a quell’uomo trasandato
che rovista nel contenitore di eccelsa città

e non ti chiedi quali sogni hanno
quelle mani costrette su di un filo
che lanceranno in aria solo delle pietre.
 

Fantasmi azzurri

Nelle vie domina l’azzurro
le guardi farfalle invisibili
in reti contorte si posano
senza lamenti

nei campi dall’alba al tramonto
sotto la cappa il respiro è affanno
un leggero colpo e il viso è al sole
prima che arrivi il rombo e tornare
veloci sotto l’azzurrità dell’ombra

pesanti su di loro ricadono le scaglie
se frantumi la pietra sospesa
ma se il tuo volo è eccelso
le guardi finalmente negli occhi fieri
dove non c’è opera tua voluta e scelta

e nel baco si aprirà una ninfa
in questa metamorfosi un setoso
velo le potrà accarezzare
senza che alcuna sapienza le schiacci

segnando confini e allontanare il tempo
in cui arriverà una mano che non teme pelle.
 

 

 

 

 



Aspettare per crescere, forse.

Quanto ancora dovranno aspettare
cercando tra pagine ingiallite
nei tanti nomi, gridarli tutti
per far correre un bacio
verso chi non sa cosa sia

vite soffiate in corpi senza crescita

spiumati in grigi lettini
si dondolano avanti e indietro
indietro avanti
fino ad avere sguardi persi

ma se ci sarà un risveglio
in un sentiero d'amore pieno
il silenzio avrà i suoi lampi
e il tuono la sua quiete.
 

 

 

 

 

 

 

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