Pierluigi Auricchio

Pierluigi Auricchio, di  Terlizzi (Ba), giornalista pubblicista, studente di Scienze dell’Educazione e della Formazione all’Università di Bari, ha la passione per la presentazione di spettacoli e per la composizione di poesie. Ama in particolar modo i poeti Crepuscolari, Fernando Pessoa, Garcia Lorca, William Shakespeare, Jacques Prevért ed è un appassionato lettore di thriller, fantascienza e saggistica. Come giornalista, ha collaborato con diversi emittenti radiofoniche, televisive e con quotidiani e periodici pugliesi. È stato per tre anni inviato al Festival di Sanremo per conto di  Radio Italia Anni 60-Puglia. 

 Nelle vesti di presentatore amatoriale, molto apprezzato in Puglia e Basilicata, ha affiancato diversi personaggi famosi: Alberto Castagna, Natalia Estrada, Pamela Prati, Walter Nudo, Ramona Dell’Abate, Matilde Brandi ed altri. È spesso invitato a declamare poesie in pubblico ed a scrivere introduzioni a libri di autori locali. Una sua poesia è diventata una canzone prodotta dalla VS Records e distribuita da Sound on Sound-Sony D.a.d.c.

Ha esordito nel 2002 con la raccolta di poesie “STRATI – prossimità e collisioni”, promossa da Studio Fox Service e ottimamente accolta dalla critica. È prevista una nuova raccolta nel 2003, ed un racconto fantasy nel 2004.

 

Vite dipinte

Vecchio pescatore Metamorfosi  Quiete d’autunno

 

Vecchio pescatore

 

Una barca solitaria

con pigra lentezza salpa

ed un vecchio pescatore

ancora assonnato

s’immerge nella foschia

del giorno che nasce

aldilà dei bianchi riccioli del mare.

Triste una antica nenia

si leva afona

dalla sua voce arrochita

e si fonde con le grida dei gabbiani.

Dolce il rollio della barca

che culla la voce nel petto

del vecchio pescatore

e la bruma a piccole gocce

bagna la sua arida pelle

di un volto scottato dal sole

spaccato dal sale del mare.

La riva si rimpicciolisce

e sulla tenue scia del logoro legno

s’incanalano alle sue spalle

i suoni del suo cuore.

La nenia poi si affievolisce

come la foschia che si assottiglia

rischiarata dai raggi

di una giornata luminosa.

Il vecchio pescatore

taciturno

ripone i remi nella barca

e con un gesto della mano

inciso nella memoria degli anni

lancia lontano nel mare

 la sua rete.

 

 

 

Metamorfosi

 

Attimi di preziosi monili

sottratti dalle tue mani

oggetti ingialliti dall’ingiuria del tempo

e petali di fiori allora brillanti

lasciati a essiccare nei tuoi cassetti.

Eccoci in un giorno fuori dai giorni

ornato di chimere temporali

nate da sentimenti concatenati

occultate tra le pieghe

ricostruite di rapporti mai sfibrati.

Aggrovigliate all’albero secolare

mille vite scorrono come un fiume in piena

alla ricerca di una foce

libera da detriti accumulati

e incastrati nelle stagioni dell’anima.

Io ondeggio quando soffia il vento

non protetto dalla tua presenza

ormai sbiadita come i tuoi monili

negati alla luce di un pianto mai

rimosso.

Incomincia una nuova pagina di vita

conquistata col mio coraggio

attraverso un diario ancora intonso

metamorfosi

 di realtà manifestate

brandendo i ritagli del mio universo

incollato

alle pareti della volontà

 

 

Quiete d’autunno

  

Tutto tace.

Tutto è immobile.

Immersa nella foschia autunnale

la pianura ascolta solo i rintocchi del suo cuore,

pulsante di tutte le creature accoccolate nel sonno.

Non c’è vento a scompigliare la folta chioma

della vecchia frondosa quercia,

che maestosa sorveglia l'orizzonte.

Una quiete senza tempo

che scivola sui vetri delle case

come una colata di purezza

Nessun rumore, tra la notte e il mattino.

Nessun faro d’automobile

che ne fenda il livido candore

In un limbo è tutto sospeso,

come di una terra

 che non ha memoria dell’uomo.

 

Ai confini dello sguardo

un chiarore impercettibile:

il nuovo giorno inizia a stiracchiarsi.

Una luce in una casa si accende.

 

E la vita ricomincia.

 

Vite dipinte

 

Nuovi sogni nascono

sulla tela accarezzata

dal tuo soffice pennello,

dalla tua delicata mano,

dal tuo profondo sguardo,

scrutatore di cuori e di coscienze.

 

Ti vedo percorrere

gli ampi sentieri della fantasia

e raccogliere i frutti

dell’ameno bosco incantato,

dove nulla avvizzisce,

ma si rigenera e cresce vigoroso.

 

Sbocciano i colori accesi

sulle tele da mille e mille

impronte di vite dipinte;

segni di silenziose presenze

tracciati con scioltezza,

dal flessuoso pennello

intinto nei laghi colorati

da soffi vitali.

 

Quadri animati da vita propria

disvelano alla mia vista

fondali di pace e di equilibrio

e mi bagno in un fiume di colori

diluendomi nella sua armonia.

 

 

 

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