Nunzio Festa

Ha pubblicato il libro:
E una e una

"Alla gente

di questo immondo mondo

sperando

che il tocco non sia vano"



Collana I gigli (poesia) 14x20,5 - pp. 36 - Euro 5,50 - ISBN 88-8356-644-0

 

Qualche anno prima di incontrare fra le righe dei miei versi un sentimento naturale pensavo che la poesia fosse una materia come le altre e che si potesse studiare come le altre; pensavo che mettere insieme una serie di parole fosse solo un momento di pausa e riflessione come gli altri.

Ovviamente, da qualche anno ho cambiato profondamente idea e ho scoperto che per chi scrive poesia è importante perdersi cioè smarrirsi dove, se tutto va bene, può trovare solo l'eventuale lettrice o lettore.

Per me la poesia è esattamente quello che dovrebbe essere.

L'incontro tra noi due è stato un evento del tutto normale e straordinario.

 

L'autore

 

 

TUTTO A META’

E UNA E UNA A MORE GOCCE DI FIORI ROSA GIALLA MIGRANTE ODORE DI BENEFICIENZA VERGOGNA IL VERSO DELLA PACE VITA
ODE A GIOVANNI RABONI                  

 

 

 

 

ODE A GIOVANNI RABONI

 

ora non ci sei Raboni

 

con Ivan il vento

pure tu sei passato

parola veloce

urlo

iridato

 

la parola  sbiadisce

fra il letto e il foglio

tutto patisce

 

il fumo del verso

non sparisce

 

mai

 

finisce

 

 

 

la scatola non merita

di ricordare

quando non puoi

loro parlare

 

con le tue righe

non potrai

farli impazzire

 

mi madre e la sua nuova cucina

non è contro di te

tutto combina

 

 

NUNZIO FESTA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

IL VERSO DELLA PACE

 

Il Verso della Pace

è un verso a rima baciata,

perché l'odore dei poveri

è la speranza dei liberi

 

Il Verso della Pace

è un verso a rima alternata,

perché dal fango e dalla pece

nasce una gioia riconquistata

 

Il Verso della Pace

è un verso a rima incrociata,

perché il vento che c'è l'ha donata

ha una forza stranamente creatrice

 

Il Verso della Pace

è un verso libero, perché,

chi libertà vuole, Pace

invoca.

 

 

 

 

 

VITA

 

Mai vinto.

Come fantasioso esistere

di un Surreale Santo,

Scalpello e Incudine.

 

Da cantieri e officine

botteghe e campagne.

Rumore di vita.

Musica e passioni.

 

Sogni in galera

solcavano squallidi mari

per perire in inespugnabili fortezze.

 

Ora

dalle teste più libere frutto di decapitazioni

non possono che balzare fuori

miseri pensieri.

 

ODORE DI BENEFICIENZA

 

Paga

come nei vicoli ciechi

al piccolo ragazzo

il dolore nel samoavar

che brucia

le foglie pallide

 

un atto violaceo

cupo e non estasiante

che il tuo cuore stanco

concede al mondo disumano.

 

 

 

 

 

 

 

 

VERGOGNA

 

Il tanfo dei vili ritorna e chiede scusa,

perdono e diritti

...ma il mare di Napoli è troppo onesto per lui

 

può avere la forza di pregare da disperato?

può avere gli occhi puri di un povero?

il governo prepari il benvenuto più riverente

ed il popolo gli insulti più aristocratici

 

Ma non ti preoccupare ti donerò

il mio diritto di cittadinanza

che mi vergogno di possedere.

 

ROSA GIALLA

 

Rosa gialla

posso guardarla

rosa gialla

posso anche toccarla

 

una rosa gialla immagino nel letto

una rosa gialla ritrovo sul petto.

 

 

 

 

 

 

MIGRANTE

 

Più dell'assenzio

nobile il saltimbanco

prega per noi

l'ambulante proletario

 

giaci prematuro e fiero,

non vile ma sicuro

come su di un massacro

di città

 

ridi su uno scoglio di velluto

pesante e lacero

per riposare

gli arti stanchi e lo stomaco vuoto

 

solo tu

potrai essere un gran poeta

fiore spuntato da una gaia

povertà.

 

 

 

 

 

 

A MORE

 

A more con il sole

gioco di parole

a more con la luna

tenti la fortuna

a more e a viole

provi anche l'odore.

A more per amare

stupendo, da riprovare.

 

 

 

 

 

GOCCE DI FIORI

 

Tre scalini squallidi

il respiro degli alberi

sei gocce di miele

e il resto è sentire

 

è sentire

la tosse dei fiori

un bagno di segni

sul ciglio

dei sapori

 

è sentire

leggero l'autunno

che pietoso

trascina

il piccolo affanno

 

è sentire

negli occhi e nella mente

due lagrime spente

sorridere tanto

 

È sentire

 

Che il dolore e l'odore

secchino al sole.

 

 

 

 

 

 

TUTTO A META’

 

è scivolata

la luna nel tombino

 

a me

bambino

 

per metà destino

 

non riesco a leggere

ma spargere

 

piangere

 

maledetto

                 tombino

 

e questo

è il giorno in cui

le dita

la smettono

di falsarmi la vita

 

 

E UNA E UNA

 

Quanto inutili fuochi di

artificio

 

E una e una

la foglia crollata mi imbroglia

prima della soglia

in disparte germoglia

 

e una e una

sulle macchie risorte

per il fuoco contorte

senza morte

purtroppo ridotte

 

e una e una

un sorriso rinato

su un prato in velluto

astuto

nel mare posato

 

e una e una

nella memoria indecente

la lotta insistente

non sente

l'ostacolo mente

 

e una e una

sale un magro odore

un libro scollato

un fiore raccolto

 

per ore e ore

scalpellano la fuga

e la inducono all'errore.

 

 

 

La proprietà letteraria è dell'autore. Ogni riproduzione è vietata.

 

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