Serranò Maria Teresa

Ombre immorali Vivido mutamento

 

Ombre immorali i nostri corpi cinti in uno spreco di guerra,

innalzate le are attendiamo il diniego del tempo…

Imperturbabile sacerdote,

lacera le nostre astuzie e vela i nostri occhi,

lacrime o abbagli.

Confine muto,

inerte fiaba,

ardito baratro,

insolente concubino,

candeggi le mie notti dei più luridi inganni,

mi rivesti del miele della tua più funesta perfidia,

che tu possa patire della mia più gaia superbia,

le mie bestemmie ti possano tenere compagnia nell’ oscurità in cui ti stillerò.

 

 

Vivido mutamento mai avvenuto,
consenziente incubo il tuo rimpianto,
assopita la mia dedizione, respiro il tuo muto desio di placare i miei assillanti silenzi, avidi d’inverno.

Laconico addio tra sipari corrosi dalle nostre inquietudini…

Rendimi la mia affrettata gloria,

imprigionata nei tuoi più ristretti divari di cedimenti emotivi.

Dirada le effigi di desolato martirio,

marmi adombrati di chiarori smorzati…

Non mendico altro:  miseria ed il tuo sdegno,

mio adorato.

 

 

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Vivido mutamento mai avvenuto,
consenziente incubo il tuo rimpianto,
assopita la mia dedizione, respiro il tuo muto desio di placare i miei assillanti silenzi, avidi d’inverno.

Laconico addio tra sipari corrosi dalle nostre inquietudini…

Rendimi la mia affrettata gloria,

imprigionata nei tuoi più ristretti divari di cedimenti emotivi.

Dirada le effigi di desolato martirio,

marmi adombrati di chiarori smorzati…

Non mendico altro:  miseria ed il tuo sdegno,

mio adorato.

 

 

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