Maria A.

i suoi racconti

PAPA'   _TRISTE_ESTATE        

 

 

Aprile 1997

PAPA'

Papà con la tua inquietudine, non t'accorgevi che la  luce si stava spegnendo.

Che stupidità il nostro orgoglio, non ci permetteva di essere d'accordo, esisteva soltanto un lungo silenzio.

Dirti che mi mancherai è sbagliato, perché mi sei sempre mancato.

Sei sempre stato nei miei pensieri.

Ora non ho altro che un ricordo vago di come e perché è successo.

Rimpiango i momenti che non t'ho più visto, e né mai più ti rivedrò .

E pensare che bastava così poco per essere felici.

Addio Papà.

 

07/07 - 12

                                       TRISTE ESTATE


 

L'Estate è arrivata, che bella giornata, una rimpatriata!

Le compagne salutate, liete a casa ritornate.

Meste son rimaste, due fanciulle sbalordite poiché non son partite.

Celate, restarono lì quell’Estate.

Nessun per loro c'è, domandarono perchè?

Silenzio..... la risposta è!

Così per noia e svagare si misero a parlare.

Disse una fanciulla ........ Mi sento triste,

qui sto male, voglio scappare!

Che nostalgia, voglia di tornare a casa mia!

Là troverò le amiche, sarò contenta e felice.

La reverenda venuta a conoscenza, diede udienza.

Ella nota l'incoerenza non appena nella stanza entra.

S'è tolta il velo! Che sfacelo!

Ora le vesti di monachina sono di una spietata assassina.

Feroce è la sua furia, si scatena senza incuria,

sulla piccola indifesa, ha la presa.

E' presa a menare, fino a farle male, il naso sanguinare!

La fanciulla è stupita! Perchè l'amica l'ha tradita?!

Scappare, una parola così banale che potevan ignorare.

Fallita la confidenza ora subisce una penitenza.

Il passero è ferito! Ha le ali spezzate e in quella

“Triste Estate” tenta di volare, volare lande da esplorare.

Volare, volare, il cielo accarezzare.


 

 

 

 

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