Lucrezia Mancini

 

AD OCCHI CHIUSI LACERAMENTO  ANCORA OMBRA  PENA  DESTINO SE... 
FLUTTUI SFERA  INCORREGGIBILE IL VENTO  STIGMATIZZATI SPERDUTA  

 

per poi risalire la corrente,
balzar fuori e ricadere ancora
con l'eleganza d'un delfino,
con lo splendido luccichio
d'ogni singolo zampillo trafitto dalla luce.
Luce alla quale non so sorridere
quando é quella dell'alba quieta,
alla quale non so cedere al pianto
quando é quella del tramonto pensoso...
...e non ho espressione
ne prima
ne poi.
Grava, dolce Apollo Mio
ma mi sorprendo ancora una volta
a scrivere per non dimenticarti
mentre tu non hai ancora ascoltato il messaggio
del mare, lui sa dove trovarmi.

 

 


INCORREGGIBILE

Maglie si intessono
di nebulizzate fragranze notturne
é il compimento dell'incantesimo
lo stesso che inonda d'oro
il minuscolo nido
emerso dal più imo sentimento.
Dovremmo essere lì
due senza "noi"
ma chi te lo può suggerire.
Naufragata in quest'isola bianca
attendo l'amica notte
quale maliziosa audacia
che annoda duttili fili dei desideri
arrampicati verso la china della coscienza.
Bella malinconia.
Non rimane che l'ermo veleggiare
su così melodiche ironie
e chiedersi il perché di tanta nostalgia
di tutto e di niente
al di là del fare,
del pragmatismo
che riempie le mie giornate
senza ritagli d'ossigeno.
Cosa sei se non il mio
sogno in una notte di mezza estate
nella quale un delirio arrogante m'aggredisce
fracassante come la mia tristezza tranquilla,
lassa ma forte,
ancorata incorreggibilmente
al mare.

 

 

 

 

STIGMATIZZATI


Orfana di sogni notturni
oramai
non é rimasto nulla
di cui privarmi,
non altro che insipienze.
Allucinata da sicurezze
morse da fiori di loto,
annego nel buio più denso
del mio stesso dolore.
Sguardi lancinanti
verso diaboliche ironie,
orbitano tra verticalità vertiginose
come vili implosioni
provocando triste disagio
fatto di ipocondriache solitudini.
Ti raggomitoli nel tuo enigma
ma stridono nitidi quegli occhi
che mi incastrano spregiudicati
tra una sinergia e l'altra.
E quel silenzio...
Lo indosso come la mia pelle
mentre il tuo ego smagrisce lasso
di violenze che ti fai.
Inerme a tutto questo
ho solo possibilità di dire
che siamo l'uno nell'altra
stigmatizzati.

 

 

 

 

LACERAMENTO


Per quanta indignazione ho mangiato e digerito
mai e poi mai così grande compassione
ho avuto per il mio povero cuore
ora che cuspide nitidezze sgorgano zampillanti
dal sottosuolo del troppo bene che ti voglio.
Bersaglio d'ingiustizia é la mia non più ragione
tu sei la mia punizione in quanto complice di vita perfetta
ma non sai che piango lacrime sanguigne.
Al contrario io so chi ne riversa sulle mie
ma tu mi hai morsa col veleno del tuo essere
facendomi tua goccia dopo goccia
mentre aspetto insonne nella devozione
che tu faccia ritorno annunciato dalla luna
unica compagna di assenze laceranti.
Non scorderò più il tuo volto ne il tuo profumo
quanto meno la nobiltà del tuo animo
Sarò sempre qui perché sò che tornerai
a nutrirti del solo sangue che può farlo
il mio.

 



OMBRA

Seduta nella materna sabbia,
dove l'acqua fluttua gentile,
l'indifferenza legittima rispetto nei tuoi tratti
dove ripongo l'essenza dei miei bisogni.
E' il tuo quotidiano essere a sorprendermi
scoprendoti in armonia con me e col mondo.
Vorrei mi istigassi non un'emozione in più
ma proprio ora ritorni estatico
oltre ogni apparenza.
Vorrei averti trovato io
nel tuo imprimere tenerissime gioie
come pietruzze d'umile orgoglio
invece mi ferisce immaginare
il movimento delle tue mani che concretizzano.
mi resta solo emularti
qui dove solenne contro scogli
brezzeggia il vento solare.
Le mie iridi fanciulle di ieri e domani
catturano gli arabeschi;
...qui dove tu sei il mio compagno ombra.

 

 

 

 


PENA

Triste compagna del dolore
é la notte
fenomeno custode
di sentimenti geni ed ingenui
da quando luminosa madre del buio
la luna sorride.
Tu notte sfrutti il tuo mistero
per entrare tra i meandri
dell'insonne dolore
che non aspetta te per aggredirmi
ansioso di pietà
agisce spregiudicato
sul puro respiro del cuore
e sarà infinito
finché sarò il cammino di un dolce suono
che danza infante di virtù
tra le pareti del suo scrigno.
Triste e sola compagna della tua anima
sempre sarò io.


 

 


SE...


Non gettare la tua sublime anima
Mai
Perché non si sà se
e da chi verrà raccolta
chiudi gli occhi e pensa
prova a fermare l'impeto della tua realtà.
Prova ad immaginare d'essere una carezza
una carezza che arriva
con la sua affettuosa ironia.
Anche se giunge dal freddo senza confini
essa ha il potere di bruciarti il sangue.
Ora apri gli occhi.
Anche se non potrai mai vedermi
sappi che sei la mia carezza.

 

 




SFERA

Il cerchio non si é chiuso
o forse un'altra spirale
trivella un nuovo suolo
fagocitando respiri ebbri
per cui il magma avvampa
grida orgasmiche.
Eterna energia
prego te, chi altro!
magnetizzami per condurre lontane
crisi murate d'oro
che deridono sogni inaciditi.
Ho fatto di me un perpetuo sonno
dove echeggia
un'unica magnitudine,
dove stilla canti silenti e stanchi
il mio desto servo leggendario.
Sventra perplessità
o dardo divino,
fa di me la sola oasi
a possedere la sua sete.
Sospirata beatitudine,
nella platinata selene
dimora la disumana sfera armoniosa
massimizzata in te amato amore.

 

 

 

 

 

IL VENTO

E' il vento che mi urla contro
e si sfracella urtando i vetri
per sfidarmi.
Vince chi mi fa più male.
Bevo il tempo come ambrosia,
ma è solo assenzio
quel verde putrido dei miei occhi
mentre la primavera gocciola
ancora timida, ancora viva,
senza che io possa vederla
perché ho la tua immagine
igniettata nel cervello.
Posso ancora sentire
il lavorio, però,
della dinamo che ho nel petto
che tu hai innescato
in ore ancora invernali.
Sterili indizi
rendono colpevole la mia speranza
di essere sicura che ti avrò.
Allora la mia anima sublima
ad ogni contatto
librando fogie di lana
che il vento mi infuria contro
perdendo ogni loro cellula di dolcezza.
Nessun eden é il mio asilo
se non il tuo.
Ovvio...Vince sempre lui: il vento.

SPERDUTA

Sapevo che un dì ci saremo rivisti
ed é avvenuto
quando ho perso
la percezione del dolore.
L'ho riassorbita tutta in un istante
perché l'indissolvibile stratega
ibrida dipendenze proibite.
Visionario atavico
ti sei rimesso a scavare
il vuoto assoluto
sudando non una goccia
d'infinito.
Cerchi cose mai perse
stordite e vanesie
marcite e potenti
ma sacrificate
al legno templare.
L'ara nera di velluto
fiammeggia zaffirea l'assurdo,
ma l'elusione usura
tempo,spazio
e ciò che ci sta in mezzo
senza impedire che
la sua cecità
graffi via la luce.
 

 

 

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