Luciano Rosso 1-2

……..pensieri   e  parole………..

 Pensieri in rima e parole in libertà
(testo pubblicato dall'autore)

CURARE E' AMARE ACQUARELLO - LA STRADA DEL RITORNO LA MAREA IL TEMPO ANGELI NERI …E COSI' SIA IL PASSERO
Teorema IL CONCERTO PERCHÉ LA SOLITUDINE….?! SABBA INFERNALE TRAMONTO SUL GARDA IL VIAGGIO DELLA DISPERAZIONE LE OMBRE

 

 

 CURARE E' AMARE

 

Nel tempio di scienza che suda dolore

il camice bianco detiene il sapere

ma troppo sovente non vuole vedere

che quello che serve è solo l'amore.

 

La presunzione dell'uomo onnisciente

volente o nolente deve accettare

che nulla e nessuno potrà mai domare

la bella signora e la falce tagliente.

 

Ma la speranza ha il colore del sole

il cuore sereno non teme la sorte

dentro la vita c'è anche la morte

e il suo vestito profuma di viole.

 

Signori vestiti col camice bianco

dal passo sicuro e dal cupo cipiglio

donate un sorriso al dolore di un figlio

lo spirito trema se l'animo è stanco

 

ACQUARELLO - LA STRADA DEL RITORNO

 

Le dolci colline sfiorate dal vento

che spettina a tratti le messi dorate

rincorrono leste il nastro d'argento

sul quale veloce finisco l'estate.

 

L'autunno si annuncia con grande fragore

e mentre le nuvole danzano in cielo

le foglie preparano il nuovo colore

e l'acqua le copre con l'umido velo.

 

Ma il sole ritorna col grande sorriso

mi illumina caldo nel fresco respiro

e quando il riflesso sorprende il mio viso

mi acceca di gioia e di colpo mi giro

 

e mentre il respiro il profumo assapora

e godo la vista dei nuovi colori

capisco che dopo ogni notte ad un'ora

il sole ritorna ed illumina i fiori.

 

 

LA MAREA

 

Un sole velato da nuvole chiare

diffonde una luce a tratti gelata

parole gentili a volte un po' amare

trasmettono solo tristezza celata

 

naufrago vinto da flutti possenti

vivo un presente da sempre segnato

seguo stremato le forti correnti

fino allo scoglio a me destinato

 

stelle nascoste dal cielo autunnale

piangono lacrime sempre più amare

pioggia che lava il sapore del sale

mentre lo sguardo riprende a viaggiare

 

sopra la spiaggia battuta dal vento

guardo le onde e le ascolto parlare

vivi, mi dicono, pago di quanto

la nuova marea ti vuole portare.

 

 

IL TEMPO

 

Guarisce paziente ferite profonde

col grande mantello tessuto di nebbia

fa correre liete le ore gioconde

chiudendo preciso la solida gabbia.

 

Sbarre di ore secondi e minuti

racchiudono vigili il nostro operato

mentre l'aratro tra i peli canuti

incide le rughe del nostro passato.

 

Leale, onesto, giusto con tutti

in questo mondo viziato e corrotto

dall'alto controlla e giudica i frutti

dell'esistenza che ognuno ha condotto

 

e quando la neve del tempo, preziosa

renderà bianchi i miei pochi capelli

dietro la palpebra spessa e cisposa

spero che restino i sogni più belli

 

quelli del giovane senza esperienza

sempre animato da sacro furore

ma con la tenera e quieta pazienza

del vecchio saggio che vuole sperare.

        

 

 

ANGELI NERI

 

Volti di pietra segnati dal tempo

arida terra le rughe profonde

docili gli occhi riflettono un lampo

che solo "Lui" nell'animo infonde.

 

Questa mattina le ho viste passare

nel corridoio tra i camici bianchi

e l'abito nero sembrava stonare

con il pallore dei visi un po' stanchi.

 

Questi angeli neri dispensano amore

una preghiera, un sorriso, un conforto

nel tempio di scienza che suda dolore

unica voce del Cristo Risorto.

 

L'abito nero non mette tristezza

e quando passano nella tua vita

come una tenue, tiepida brezza

danno coraggio e pace infinita

 

e quando un rifiuto giunge inatteso

e la tristezza l'amore ha piegato

loro rimangono a braccio proteso

solido appiglio per chi è disperato.

 

 

…E COSI' SIA

 

Madre Celeste, Signora del Cielo

aiuta pietosa quest'anima mia

proteggimi, coprimi con il Tuo velo

guidami sempre lungo la via.

 

Perdona Ti prego la mia debolezza

dammi la forza per vincere il male

apri il mio pugno in una carezza

porta il sereno nel mio temporale.

 

Quando mi vince la disperazione

cullami Madre nel caldo Tuo abbraccio

lasciami vivere nell'emozione

del figlio alla madre nel suo primo approccio.

 

Madre amorosa guardami ancora

quando con passo insicuro ed incerto

cerco di andare verso l'aurora

del Tuo sorriso, che porta conforto.

 

 

 

 

 

IL PASSERO

 

Si posa e mi guarda con aria birbante

la fame ha sconfitto l'innata paura

sola speranza di quel Sacripante

è il pane che doma la schiva natura.

 

Saltella, si gira, si fa più invadente

mi fa le mossette l'eroica bestiola

e con gratitudine inizia suadente

un lieto gorgheggio che in alto si invola.

 

E' stato quel giorno di pace infinita

che l'anima mia da tanta bellezza

come d'incanto è stata rapita

dal suono felice di tanta dolcezza.

 

Un pezzo di pane in terra gettato

come uno scarto, una vile mondezza

dal triste digiuno una vita ha salvato

motivo di gioia e di tenerezza

 

e quando rivedo un passero in volo

e ammiro la grazia del suo volteggiare

penso a chi ha fame e guardando nel cielo

un dì vorrei tanto poterlo salvare.

 

Pensare è ben poco, volere è potere

e chi del superfluo fa sempre mondezza

a nulla rinuncia se vuole donare

un pezzo di pane ed una carezza.

 

 

 Teorema

Nel sud del mondo c'è tanta tristezza

si muore di fame, di sete di guerra.

Nel sud del mondo c'è tanta bellezza

si nasce si canta si ama la terra.

 

Nel nord del mondo c'è tanta ricchezza

si vive si corre si gioca alla guerra.

Nel nord del mondo c'è tanta certezza

si crede si lotta si salva la terra.

 

E come la morte senza la vita

e come il buio senza la luce

per poter vincere la partita

solo l'insieme conquista la pace.

 

Ma questa grande armonia degli insiemi

deve trovare il giusto equilibrio

questo è il padre di tutti i teoremi

l'amore è la chiave, senza alcun dubbio.

 

 

 

 

IL CONCERTO

 

Corrono rapide, il sole si oscura

nuvole nere di un cielo invernale

un raggio furtivo in una radura

prende d'incanto una tinta infernale.

 

Ma d'improvviso le chiome argentate,

in una foto dai mille colori,

s'immobilizzano come stregate

dal repentino cessar dei rumori.

 

In lontananza s'ode d'un tratto

inquieto, insistente di cani il latrare

mentre nel cielo, un timido gatto,

guarda dei passeri il volteggiare.

 

Fragranze aromatiche salgono intense

dalle campagne già inumidite

quando le nubi di pioggia ormai dense

consegnano al vento le gocce argentate.

 

Ormai lo spettacolo inizia di certo

si apre il sipario sul mondo incantato

di mille strumenti il soave concerto

lascia il comune mortale allibito.

 

Mentre le gocce danzando felici

segnano il ritmo nella pianura

fringuelli, passeri e coturnici

cantano in coro nella radura

 

ecco la luce, rullar di tamburi

il grande baritono intona lontano

l'assolo, introdotto dai forti bagliori

di una saetta che fa da soprano

 

il ritmo frenetico si fa sincopato

si cambia genere, il pubblico è teso

e quando il motivo diventa jezzato

esplode un applauso gradito e inatteso.

Finisce il concerto, la luce si accende

il cielo si apre ormai liberato

e quando il sipario infine si tende

il pubblico si alza un po' sconsolato.

 

Questo concerto non può replicare,

la prossima musica è certo diversa

se il Padre Celeste vorrà regalare

un altro spettacolo alla foresta.

 

PERCHÉ LA SOLITUDINE….?!

 

Lunghi silenzi dilatano il tempo

riempiono il nulla di niente assoluto

la solitudine ormai non dà scampo,

non la consola il piazzale assolato.

 

Volti di cera segnati dal tempo

nei corridoi dipinti di bianco

passano assenti, senza un lamento

come animali in un docile branco.

 

Dietro quei vetri rigati di pioggia

inesorabile un'altra stagione

porta via il tempo e fuori alla loggia

ritorna il sole senza ragione.

 

E già… non esiste ragione apparente

perché una vita, giunta alla fine,

per chi la vive non conti più niente

piena com'è di emozioni lontane

 

ricordi, emozioni, esperienze vissute

come rifiuti gettati alle ortiche,

ma chi è stato amato le ha abbandonate

per lui sei soltanto ansie e fatiche.

 

 

 

 

 

 

SABBA INFERNALE

 

Streghe, folletti, gnomi barbuti

siate miei complici in questa nottata,

candidi resti di scheletri ossuti

unitevi insieme all'allegra brigata.

 

Brandelli di magma lanciano in alto

cento sacrileghe bocche eruttive

esalazioni dal vecchio basalto

annunciano nuove forze creative.

 

Lava che scorre formando le grotte

sopra il versante di settentrione

un mutamento effusivo che mette

colate a corda dentro il burrone.

 

Dal pirotecnico e caldo orizzonte

duecentomila lapilli infuocati

schizzano a raffica verso levante

come fantasmi di uccelli dannati.

 

Segnate il ritmo del sabba infernale

con vomitevoli e macabri amplessi

l'avita pozione del figlio del male

arriva infine ai più sottomessi.

 

Salto nel buio sudato e smarrito

batte fortissimo il cuore stremato

guardo la sveglia un po' insonnolito,

ma cosa diavolo mi sono mangiato. 

 

 

TRAMONTO SUL GARDA

 

Il sole caldo riflette sul lago

uno stregato abbraccio di luce

guardo nell'acqua di bello mai pago

l'immagine morbida che riproduce.

 

Perfino il tempo si ferma incantato

ad ammirare il paesaggio riflesso,

mentre uno splendido cigno fatato

dorme nell'ombra del grande cipresso.

 

Questo torpore in un magico velo

la mente mia sognante cattura,

mentre quel sole nel limpido cielo

con un vermiglio tramonto colora.

 

 

 

 

 

 

IL VIAGGIO DELLA DISPERAZIONE

 

In quella gelida notte autunnale

poco pescato dentro la rete

volti bruciati che sudano sale

guardano attoniti il viso del prete.

 

Nel piccolo borgo di pescatori

poche le storie da raccontare,

storie di pesca dai mille colori

ma oggi nessuno ne vuole parlare.

 

Lividi corpi sulla battigia

onde impietose hanno gettato

come rifiuti nell'alba grigia

che annuncia un autunno mai ricordato

 

miseri resti di disperazione

alla ricerca di un mondo migliore

oggi ci chiedono la ragione

del nostro insensibile e bieco rancore

 

l'indifferenza di chi ha paura

troppo sovente ci fa ignorare

che dietro la siepe c'è la radura

dove chi ha fame si può aiutare.

 

LE OMBRE

 

Scendi foschia come trama d'incanto

sull'acqua cheta del lago fatato

piovigginando nascondi il rimpianto

d'ombre irrequiete dal volto celato.

 

Stringi la gelida luce appannata

di questo sole in un bianco sudario

umida coltre di stoffa bagnata

copri d'angoscia il cupo scenario.

 

Gocce d'autunno sospese nell'aria

bagnano fredde il mio corto ansimare

rompe il silenzio la voce bonaria

di una simpatica vecchia comare.

 

come un segnale dal cielo mandato

zefiro tira un sospiro profondo

alza di colpo quel velo bagnato

cambia le ombre in un viso giocondo.

 

 

 

 

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