Lamya

 

Dedicato Il canto di eolo Il pane e le rose In alto un corvo In assenza INTERFERENZE La fiamma L'effimera virtù Nei tuoi anni

 

Nelle mani Non respirare Spiegami le nuvole Tamerici e limonio Tempo UCCIDERO’ MIO PADRE Vorrei FRA I PINI TRA IL ROVO E IL BIANCOSPINO
NEL FONDO DEL SILENZIO IL VOLO DELL'AQUILA LA NOTTE DI TEODORA NEL CAMPO DI PANNOCCHIE          

 

 

 

 

 

 

LA NOTTE DI TEODORA



La notte di Teodora
è musa rutilante d'oro
voce che narra
sul filo di luce
delle pietre
gli antichi fasti di Bisanzio.

Questa è l'ora
in cui il silenzio
e la storia
fecondano la mente
I pensieri
fra le ombre della notte
divengono torrente
mescolandosi
nelle verità riflesse

L'anima è piatta
e splendente
sulle mura
fra l'eco arcaico
dei canti
che m'hanno generata

E'una notte calda
da tenere l'universo
sul palmo della mano

respirarlo

e soffiarlo lieve
contro l'infinito



 

 

 

 

 

 

NEL CAMPO DI PANNOCCHIE

( A mio padre)



Quel che resta di te
sono le foto
che t'han rubato l'anima
e quel profumo di pino silvestre
sul collo e sui polsi
della tua camicia celeste

Schiocca ancora
il mio bacio di bambina
sulla barba appena fatta
ed è ancora freddo
sulle labbra e nella gola
il gelato panna e cioccolata
del sabato sera

Quel che resta di te
Son le rughe fuori posto
e quel viso da ragazzo
che il tempo
non t'ha mai rubato.

Ricordi il vento caldo dell'estate
e le corse
un metro sotto al granoturco?

"sembri un gatto piccolina
ti perderai fra le pannocchie."

e toccavi le mie ciglia
la punta del mio naso
per solleticare l'allegria
scompigliandomi i capelli
mentre le risate si perdevano
nella tiepidezza della sera

Quel che resta di te
sono i gesti
e le mani sui fianchi
mentre aspettavi sull'uscio
il giorno tramontare
con lo sguardo imbarazzato
nel trovarmi donna
ormai

Quel che ho
sono le tue ciglia lunghe
e il mio sguardo spaurito
quando ho scorto
spesa in una sola lacrima
la paura di andare via
e partire solo per il viaggio

"sembravi così piccolo
così solo
nel tuo campo di pannocchie
senza voci
a ritrovar la strada del ritorno"

Quel che resta di te
è la voglia di un abbraccio
di una carezza sui capelli
e il gesto lento
a smorzar la luce
sopra il mio cuscino
alle soglie dei miei sogni

Ormai è notte
e non c'è nessuno più
che vegli su di me

È giunto il tempo
di lasciarti andare
per non soffrire più

 

 

 

 

 

 

 

NEL FONDO DEL SILENZIO



Conosci
l'orma delle mie ferite.

S'inerpicano i pensieri
E discendono a valle
In una fitta trama
Sepolta dalla polvere
di inutili promesse.

Poesia fragile
di un tempo
in cui forse siamo stati
sussurri
e alito di vento.

Sto
immobile
nel fondo del silenzio.

 

 

 

 

 

 

 

IL VOLO DELL'AQUILA

 


Sono lo specchio del tempo
le mani
i miei occhi
questi capelli
raccolti alla nuca
da tre fili d'argento

Un filo per la paura
un filo per la nostalgia
ed uno per la rassegnazione

Ogni alba rallenta la vita
ogni tramonto porta un ricordo
La vita si stempera
e disperde i riflessi
disegnando più lunghe
le ombre

Col tempo
l'anima è lontana
diviene più fragile
e l'armatura si frantuma
nel vento.

Inseguo l'indifferenza
per non intuire
la fine di questi giorni
che vanno

Vorrei di nuovo
l'orgoglio dell'aquila
per dispiegare lo sguardo
sulle messi pettinate
nei campi
sulle distese d'acqua
oltre le terre

Ardire  di nuovo
le cime
e sfidare incosciente
le chimere di oggi
le chimere di sempre

Le ali ormai
sono cenere
accanto alla grevità
dei miei passi
così
cerco conforto
nelle parole che ho dentro

Il pensiero
è un amante fedele
Protegge
dall'arroganza del tempo
e nei sentieri della memoria
governa il dolore
regalando
alito nuovo
ai voli sopiti.

Osservo paziente
il mio cielo
mentre attendo
a che compaia lontana
un'aquila
e che si libri leggera
padrona dell'aria
di nuovo


 

 

 

 

 

 

 

 

FRA I PINI

Fra i pini soffia la brezza
Di un giorno vestito di nuovo.
Il cielo si terge
E l'aria profuma d'azzurro.

Una giunchiglia spavalda di luce
m'avvolge di giallo
mentre annuso i colori
e respiro il calore del sole.

Sembra una nuova stagione
lontana dal rosso scarlatto
dei  cento dolori
di autunni passati

Sale dal mare una tiepida notte
Intrisa di sale
mesce l'odore di resina
con la prima stella nel cielo

Pensami
In questo giorno  assopito
Come aria turchina
Ricamata dal volo di rondini  lievi

 

 

 

 

 


 

TRA IL ROVO E IL BIANCOSPINO

Nutro la mia anima
di marmellata e di lamponi
Conto le tua ciglia
ad una ad una.
Attorciglio i tuoi capelli
alle mie dita.

Il tempo posa le parole
fra il rovo e biancospino.
ed incollo i miei pensieri
quattro  dita sotto la Luna.

I sogni sono di velluto
nella notte
ma  cambiano colore
quando si fa giorno.

Negli occhi riflessi
tracce di noi.
Le tua braccia aperte
Hanno letto
Il mio andare.

Non c'è virtù
né equilibrio
nel desiderio negato

Di te
il mio antico bisogno
d'imparare la libertà
e di respirare
ad occhi chiusi il mondo

Se puoi
insegnami l'arte buio
dei passi incerti a mani protese
cercando le forme
e i contorni dei desideri

Le mani
raccolgono i pensieri
e raccontano il presente

Abbiamo danzato
al lume gentile di una candela
e l'ho intuita la libertà.
 

 

 

 

 

 

UCCIDERO’ MIO PADRE

 

Ucciderò mi padre
e con mio padre tutti gli uomini come lui.
Uomini dell'abbandono
di vuoto
di assenza.

Uomini di poco coraggio
di menzogna
di inconcludenza.

Uomini di sole parole
di sabbia nel vento
e di fuga.

Uomini di plastica
Dei
di un Olimpo turistico

Uomini di schiena.

Cisterne vuote
in stagioni di siccità
Briciole e brandelli
Cenci di mendicante.
Mani senza calli.

Spariranno ataviche
la rabbia e l'angoscia
la delusione e l'impotenza
e la mia fragilità.

Ucciderò mio padre
e i suoi trenta denari.
.

 

 

Vorrei

 

Di rosa madreperla

e d’infinita luce

è il volo del gabbiano

Le ali

disegnano

il riverbero del Sole

là dove  osa

impossibile

il pensiero

 

mi poso.

 

 

Tamerici e limonio

 

 

Fugge lo sguardo

sullo specchio dell’acqua,

quiete salmastra

di tamerici e limonio

 

Poggiato sul  velo opalino

un airone resiste

cinereo

sulle esili zampe.

 

I lavorieri sono antiche vestigia

del ritmo incessante di vecchi mestieri

di reti   trascinate sui fondali vallivi

di pelli riarse dal sole.

 

I sentieri si snodano

su lingue sottili

e il respiro  talvolta si perde

nei giorni di nebbia.

 

Qui

il tempo è un testimone fedele

di storie d’acque e di terre.

 

Ne ascolto il racconto.

 

 

 

 

 

 

Tempo

 

Tempo!

Dieci minuti
per pensare a noi.
Per metterci dentro tutta la tua poesia
tutta la mia.

Dieci minuti
Dieci minuti non bastano
per i tuoi sorrisi di sole
per la tua tristezza
la lontananza
le mie voglie e le mie mancanze.

Tempo!
Domani è troppo lontano
ieri rimpianto

Tempo!
Dentro il pensiero
la luna e le stelle
il vento
gli anni alle spalle
i giorni a venire
i baci
e le mille carezze

Tempo!
Non passa il bisogno.
Intorno le cose
si frantumano
in mille scaglie di nulla

 

Tempo….ingannerò questa notte.

 

 

Non respirare

 

Nei labirinti delle ombre

s’accende piano questo lume

e le verità si celano.

 

Debole tepore

protetto col palmo della mano

dai venti leggeri .

 

Attendo

a che il respiro non la smorzi

a che  non torni il  buio.

 

E mi cucio addosso

Il rosso e il giallo della fiamma

per danzare sul palco della vita.

 

In un grammo di luce

                                       vivo.

 

 

 

 

 

 

 

Spiegami le nuvole

 

Talvolta il pensiero scivola
in un viaggio incantato e dolente
unicità di un ordito del caso.
L'anima si placa
e pare sopita
sul filo di luce nell'alba
come un segno impercettibile
sul tessuto del Sole che nasce.
Sortiscono ricordi raminghi
mentre calcolo il volume della vita
il peso dei sogni.
Lentamente si palesa il respiro
in un ritmo ancestrale.
Il rumore del cuore
è un alfabeto sconosciuto
che scrive il dolore e la gioia.
Cerco gli angoli in un cerchio
La fine degli arcobaleni
Il suono del silenzio.
Conto le formiche in fila
sui fili dell'erba bagnata
Trovare l'equilibrio perfetto del volo
Con le ali di cera di Icaro.
per sentire la vita.
La serenità ha un sapore strano
Sa di nuvole nella bocca
schiacciate sul palato
voluminose masse di nulla e sogni.


Occorre essere poeti
per spiegare le nuvole?

 

 

 

 

 

 

Nei tuoi anni

 

Nei tuoi anni
scivolano mille stagioni
si confondono le certezze
e brillano i colori.

In questo tempo
il vento addolcisce la roccia
e l'acqua leviga il letto del fiume
lasciando che fuori scorrano i giorni.

E' un volo
in perfetto equilibrio nel cielo
all'incrocio dei venti.

 

 

 

 

 

 

Nelle mani

 

Ho colmato le tue mani
di rose
di rabbia
di lacrime


Solitaria ed inutile danza
rassegnata tristezza di un canto.

 

La fiamma

Piano
Sul cuore della fiamma
prendono forma
le immagini buone del passato.

S'alzano
faville di pianti e di sorrisi
di carezze accoccolate
lontane dal dolore.

Lenta
sulle braci la vita si consuma.
Basta un soffio lieve a rischiarare il buio.


E' calda questa notte
Di te mi accendo ancora.

 

 

 

 

 

L'effimera virtù

Non chiedermi

Dell’arte d’esser felice

abbasserò gli occhi

 

Di questa virtù

vado cercando i segni

nelle pieghe dell’ anima

 

Non chiedermi

Di questo viaggio

Perché son leggere  le mie orme

 

Sono ciò che sono

e cammino

su frammenti di conchiglie in riva al mare.

 

 

 

 

 

 

In assenza

Si fa rossa di brace

questa notte.

S’alzano grigi i pensieri

legati da un respiro

negli anelli di fumo

di un’altra sigaretta.

 

Sono specchio scuro

nella notte

e il profilo dell’anima

è appena disegnato

prigioniera a metà

fra il nulla e l’impossibile.

 

 

Le notti d’inverno

sono silenziose

 

Scivolerà questo tempo

fino all’alba

Come dissolvenza

di un film in bianco e nero

 

 

 

 

 

 

INTERFERENZE

 

Siamo così noi due

Interferenze reciproche

Migranti

fra le accoglienze negate.

Sei  pensiero divelto.

uno squarcio improvviso

nel il mio muro di pietre allineate

e ritorni ogni giorno di più

prodigo desiderio

per ignote ragioni.

 

Dedicato

 

Tu che tieni l’ anima nel fondo delle tasche

Tu che allinei i sentimenti ad uno ad uno,                   

e per pudore li ripieghi nascondendoli nel buio.

 

Tu e la tua inquietudine maledetta

Tu e la tua voglia di volare

e la tua  rabbia che nasce all’improvviso

 

Tu,   pentito che interrompi le  emozioni 

e poi le guardi e le riguardi

con la lente nella mano.

 

Tu sei un’aquila solitaria,

che s’infrange contro voglie d’infinito

 

C’è una  ruga  triste sulla  fronte

ed un tenero sorriso

quando con la punta delle dita

prendi fuori la tua vita

per stenderla nel sole

mentre i giorni  del passato

si disegnano  come  ombre d’un teatro

 

 

Tu ,

tu  osservi sempre il mio cammino

ed ancora mi stupisci

quando allarghi le tue ali

e mi ci chiudi dentro in un abbraccio

tenendo fuori il mio dolore

con un bacio sui capelli

 

 

 

 

Il canto di eolo

 

Ti ho respirato

dove il cielo comincia.

Mutevole

come il grano nel vento

 

Nel tempo scivola

ogni mio perduto canto.

 

Il pane e le rose

Nero di stormo

sul rosso cangiante di questo tramonto.

 

Corpo e parola

su questa tela confusa

di luci e di ombre.

 

Pennellate di giorni passati e presenti

mentre graffio il mio cielo

di assurda follia.

 

Scaveró la mia anima

fino al pane e alle rose.

 

Pensami  solo allora,

                                 felice.

 

 

In alto un corvo

 

Volevo
un luogo soltanto per noi due.

Un mondo di parole e di pensieri
una nicchia
una zattera sul mare
una nuvola di zucchero
un talamo nel cielo.


Volevo il miele e la lavanda
la radura in mezzo al bosco
un campo di grano e di papaveri
la rugiada del mattino
e i frammenti della luna sul mio fiume.

Volevo il pane e le rose
i tuoi giochi di bambino
i sogni miei leggeri

Volevo seguire sulla spiaggia
le tue orme
celando i segni del passaggio.
Spiaggia bianca in mezzo al sole
e noi due abbracciati al centro

Volevo la pace discreta del mio amore
dei tuoi sguardi.

In alto
nero
uno sguardo attende con pazienza la mia fine

 

 

La proprietà letteraria è dell'autore. Ogni riproduzione è vietata.

 

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nt color="#FF0000">Il canto di eolo

 

Ti ho respirato

dove il cielo comincia.

Mutevole

come il grano nel vento

 

Nel tempo scivola

ogni mio perduto canto.

  Il pane e le rose

Nero di stormo

sul rosso cangiante di questo tramonto.

 

Corpo e parola

su questa tela confusa

di luci e di ombre.

 

Pennellate di giorni passati e presenti

mentre graffio il mio cielo

di assurda follia.

 

Scaveró la mia anima

fino al pane e alle rose.

 

Pensami  solo allora,

                                 felice.

 

 

In alto un corvo

 

Volevo
un luogo soltanto per noi due.

Un mondo di parole e di pensieri
una nicchia
una zattera sul mare
una nuvola di zucchero
un talamo nel cielo.


Volevo il miele e la lavanda
la radura in mezzo al bosco
un campo di grano e di papaveri
la rugiada del mattino
e i frammenti della luna sul mio fiume.

Volevo il pane e le rose
i tuoi giochi di bambino
i sogni miei leggeri

Volevo seguire sulla spiaggia
le tue orme
celando i segni del passaggio.
Spiaggia bianca in mezzo al sole
e noi due abbracciati al centro

Volevo la pace discreta del mio amore
dei tuoi sguardi.

In alto
nero
uno sguardo attende con pazienza la mia fine

 

 

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