Giuseppe A.

Verde smeraldo e indaco corri nella giovinezza Lavoro artigiano ‘68 VORREI La stanza   Bruna Roma di sera MARE
PER TE Fiammelle Ciao, Ciao America Il balcone e l'aquilone RAGAZZI La Bellezza
NOI CHE SOGNAVAMO

 

La Bellezza

 

La bellezza è un dono,

E non parlo solo degli occhi  scuri ammalianti

Che affiorano da un velo di seta

Parlo della bellezza dei mestieri

Della perizia dell’artigiano che modella la materia

Per creare  qualcosa che possiamo apprezzare, muti di meraviglia e di gioia.

Parlo del rigore e dell’allenamento dell’impresa sportiva  ,

Del volto paonazzo  del campione che taglia il traguardo

O che, madido di sudore, scatta in salita sulla sua bicicletta sfidando la gravità

Parlo della voce che, tremula, rincorre le note del canto

E colpisce il nostro cuore di un’emozione profonda.

Parlo dei maestri pittori  che ci hanno regalato immagini

Davanti a cui  mediteremo  per i secoli addivenire

Parlo del nostro cuore e dei nostri sentimenti

Che,  afflitti dai pensieri, desiderano solo la bellezza per sperare  nel domani.

Che sia Dio a ispirarla  o sia l’armonia o chissà cosa

E’ l’unica arma  che possediamo 

E’ la condizione dell’amore e della passione per cui viviamo

E’la foglia del platano che sospinta dal vento

Volteggia nell’aria leggera 

Senza che tu sappia il perché.

 

 

Roma. 23 marzo 2004

 

 

 

 

 

NOI CHE SOGNAVAMO

 

Noi ………….che avevamo sognato di cambiare il mondo

 con la forza dell’immaginazione!

Con l’amore per la giustizia! Con la disponibilità ad ascoltare !

Noi………. Impietriti, assistiamo  al dilagare della barbarie!

E’ cresciuta pian piano,  come un’erba innocua ,

 per le strade dell’avidità e dei consumi,

Ha rifiutato ogni richiamo ai valori

definendoli obsoleti e superati

Ha deriso   l’impegno  e  la gentilezza

scambiandoli per debolezza e seriosità.

I nostri figli,  moderni gladiatori,

si mostrano nelle nuove arene televisive.

Guerrieri mediatici  per la nostra soddisfazione.

Poi, è nato l’imbroglio!

La prima menzogna è stata ripetuta  tante di quelle volte

che alla fine  è diventata verità.

Viviamo momenti bui che, giorno dopo giorno,

diventano neri….. lentamente…..

 senza che nessuno di noi cambi le proprie abitudini,

o si aspetti che  qualcosa succeda davvero!

Prendi il cappuccino al bar,

 mentre,  qualche chilometro più in là,

 una testa viene lentamente staccata dal collo di un ragazzo

 con un coltellaccio assassino.

Qualcuno muore  tra le macerie

di una torre  sventrata da un aereo,

 un altro  viene ucciso in una rappresaglia

 di militari ebrei in Palestina,

 salta in aria qualche vagone della metro di Madrid

 E tu entri al lavoro in orario

e pensi agli impegni con gli amici per il fine settimana.

Dove andiamo in vacanza quest’anno?

No!… in Tunisia è meglio evitare… non si sa mai!

Parliamo , parliamo, moriamo,

gridiamo, piangiamo, sogniamo .

A volte restiamo muti

perché le parole sono inadeguate 

ad esprimere il dispiacere che ci lacera il cuore

Sognavamo di cambiare il mondo

e il mondo è maledettamente uguale, .. come sempre.

Per sperare ancora  nel futuro

dobbiamo con pazienza osservare il passato.

Studiare con attenzione chi, precedendoci,

ha messo dei punti fermi

a cui  aggrapparci per ricominciare.

Il livello di civiltà di ogni epoca    

È sempre  stato  il risultato

Dell’ intensa  lotta  morale .

Di uomini che ci indicano, dal passato,

le strade della dignità e dell’onore.

Quello che ci porta a superare i  nostri limiti

per  creare ciò che chiamiamo scienza. cultura .. arte .

Preghiera dei popoli davanti all’eternità

rincorrendo un Dio che si fa desiderare

e che appare con parsimonia

In cambio della nostra libertà.

Basta alla barbarie !

Gridiamolo con forza se ancora possiamo  farlo .

I tempi bui sono  fuori e dentro di noi,

in agguato  con il volto del compagno e dell’amico

Basta con la barbarie!

Noi…….sognavamo di cambiare il mondo!.

 

 

Roma, 12/5/2004

 

 

 

 

 

 

 

Verde smeraldo e indaco

 

Gemme sfavillanti d’oriente scolpite nel mio destino.

Tende percosse dalla sabbia del deserto,

notti silenziose  e limpide illuminate dalle stelle,

Il controllo del nostro tempo è la missione,

ma il tempo  scivola via come l’acqua

 dalla stretta della mia mano!

 

Corri , corri nella giovinezza

Butta  la vecchia alle spalle

Raccogli la bottiglia sulla spiaggia

Butta la vecchia alle spalle

Accendi il sigaro ,

Bacia le labbra  della mulatta 

Accarezzale i fianchi

Butta la vecchia alle spalle.

La musica accarezza le onde dell’oceano

E i piedi ballano fino a notte

Mentre la mulatta  ancheggia

Coi piedi sulla sabbia vicino al fuoco.

Butta la vecchia alle spalle

Se passa Dio.. offrigli  un Rum

E pisciatevi dalle risate.

Y. EAGLE

 

Lavoro artigiano

 

 Lavoro  artigiano è modellare la creta umida

E sporcarsi le mani  per una creatura,

Che avrà vita, se tu ne avrai

E spremere l’anima fino all’ultima goccia di sangue che ti porta il passato

Per colorare d’arancio e d’azzurro

I giardini del sentiero che hai percorso nei barlumi di veglia

Incespicando nel sonno nero e rosso della profondità

Dell’essere strano e infinito della  Terra,

Madre di ogni passione e di ogni fremito,

Genitrice, musica nera di un rito ripetuto da secoli

Sul cui fondo sei stato concepito e concepirai: ….Uomo!

Venuto da un nulla  che mai è stato così  corposo come alla tua origine,

Delirio di forme e suoni che squarciano il creato in un urlo di affermazione,

Miracolo di trasformazione e di  volontà di una specie che si cerca eterna.

Uomo…. Creatore… Amante…Artigiano dell’anima,

Che scava  nei ricordi e nelle speranze della storia

Per consegnare il frutto caldo e polposo irrorato di vita

Alle fauci del figlio e di colui che vorrà mangiarne,

Smussatore d’avversità, ricercatore di mari mai visti,

Astronauta, vigliacco e temerario:….. la scelta di vita.

Affascinato dalle sirene, perduto negli occhi di  Sirio,

Innamorato della luna, cantore della bruttezza e della nefandia,

Pure sempre  Uomo, artigiano dell’anima e della speranza.

   

 

‘68

  

Un cappotto rosso e dei capelli neri

Sul suo viso da cerbiatto

Parlava tesa e fremente tra i fumi di cento sigarette

E già sapevo che un giorno l’avrei guardata negli occhi

Per chiederle tutto.

 

L’assemblea continuava

Ed io l’avevo attesa per anni.

L’aria sapeva di Pisa ,Bologna, di Trento.

A Roma………………non si aspettava più.

 

Il rosso delle bandiere  era spiegato

Al vento quel giorno di maggio,

Che per la prima volta  scendevo in piazza

E ricordo il distintivo

Che  una faccia sconosciuta mi appuntò sul petto.

 

Era facile cantare la rabbia e l’amore

Aspettando insieme la risposta alle idee.

Già il partito mi chiedeva tanto

Quando nelle nostre riunioni

Parlasti del mio sorriso e la storia appena

Iniziata  era impedita  da un altro amore.

Ma, quante volte eppure stringesti le mie mani

Quando la paura ci prendeva e zitti si andava avanti

E mi domando se qualche volta pensi a quei tempi ora che avrai dei bimbi

E mi chiedo cosa dirai loro se , adulti, ti parleranno di ciò di cui  Noi …parlavamo

O avrai già dimenticato quando….. piangendo mi dicesti …. Resta!

 Facevo le smorfie agli elogi di Stalin

Poi che te ne sei andata,

quando qualcuno diceva che la rivoluzione era alle porte

e invece la gente se ne andava via.

Eppure , era vero che insieme la speranza era tanta 

E la sua forza tremenda.

 Tornò Milano a farci innamorare

Quando Lei arrivò, parlava dei cattolici

E sembrava sempre dentro una casa di vetro

A perdersi nei suoi mille impegni.

 Ci ritrovammo a parlare , già stanchi

E l’amicizia ci spinse a guardare gli anni vissuti,

preconizzando il significato politico del privato.

  Oggi ne parlerei ancora

Ora che gli anni sono passati

e il lavoro ci tiene lontani da noi stessi.

Eppure la forza è ancora intatta

E la rabbia è lì , intera , terribile, presente

E il dolore dell’abbandono è tanto

Quando non posso fare a meno di considerare

Quei giorni il nostro punto di  riferimento.

 

 

VORREI

  

Vorrei saper donare un fiore ad un bimbo di Kandahar

Per spiegargli che può ricevere qualcosa di diverso da una bomba

Vorrei saper chiudere con un bacio la bocca della madonna algerina

Aperta in un muto urlo di dolore

Vorrei saper  cantare e suonare per dare gioia a chi mi ascolta

Vorrei saper giocare innocente come un bimbo

Vorrei saper raccontare le esperienze che giudico importanti

Vorrei saper  ascoltare le ragioni di chi mi parla

Vorrei saper combattere per  ciò che credo giusto

Vorrei saper colpire con forza il  ghigno del prepotente

Vorrei saper ridere  e scherzare leggero come l’aria

Vorrei saper asciugare le lacrime del dolore

Vorrei saper amare ed essere amato senza timore

Vorrei saper cogliere tutte le  possibilità

Vorrei saper riconoscere e osservare la bellezza

Vorrei saper volare trasportato dal vento

Vorrei saper nuotare nel mare più azzurro

Vorrei saper pregare  e credere in Dio

Vorrei saper essere una guida per te

Vorrei……Vorrei sapere chi sono.

Vorrei sapere chi sei.

 

La stanza

 Questa stanza! Il suo profumo!

Il ricordo di una voce dolce

E di una voce aspra, indifferente , stanca.

Quanto pianto hanno sentito  queste pareti a fiori

Fiori… rosa e neri…..sullo sfondo bianco.

Quante volte quella porta mi chiudeva al mondo

E mi faceva restare solo con la tua voce.

Quante volte la notte ci ha sorpresi assieme,

paurosi che qualcuno ci scoprisse.

Quante volte questa stanza ci ha visti

Muti, restare senza aver niente da dire,

senza aver più la forza di parlare,

con un odio in noi che nasceva dall’amore,

un amore che non è stato mai amato,

un amore che ha vissuto perché doveva esistere,

perché era in noi e non potevamo scacciarlo.

Questa stanza mi vede ancora

Mentre voglio continuare questa

Inutile, crudele, triste, assurda

Stupida storia, fatta forse solo per noi due

In questa stanza che è nostra.

 

Bruna Roma di sera



Bruna Roma di sera

Come i capelli di una ragazza

Dalle gote tinte e dalle labbra rosse

 

Bruna Roma di sera

Brulicante di luci nel Tevere

Come gli occhi infuocati di una donna

 

Bruna Roma di sera

Colta e stravagante, serena e abbuffona,

Che lanci in cielo risate odorose di vino

E copri col tuo velo gli amanti nella notte

 

Bruna Roma di sera

Sdraiata nel buio ad ascoltare il tempo

Che scorre negli occhi dell’amato

 

MARE

  

Due strisce folte di nero e di bianco sormontano gli occhi,

fessure  sottili di luce nella roccia del volto.

Protetto  dal vocio tutt’intorno,

il vecchio siede assorto nella notte

sulla sedia accanto all’uscio di casa.

Di fronte….. pezzi  di  nero inchiostro stellato

si confondono con la sagoma della ringhiera

e di  Salamina   che chiude l’orizzonte.

Ferro e fuoco d’Occidente e d’Oriente!

Quanti morti su quell’acqua 

che, adesso,  riflessi di  luna grande, rossastra,

incombente,  striano di colore.

Mare, succo  nero di seppia,

Mare, vita perenne di giovinezza ,di maturità,di vecchiaia.

Mare che hai portato i sogni di un ragazzo oltre l’orizzonte,

 restituiscine uno

a chi ti guarda  sul finire del tempo.

 

Fiammelle luccicanti nella notte

iridi rilucenti

incontrano negli occhi che le guardano

 i sogni del tempo che viene

 

PER TE

 

 

E ritorno sui passi dell’amore,

Come una leggera brezza sul mare

In un pomeriggio caldo d’inverno.

Nel silenzio e nella pace

Di un’aria improvvisamente tersa e luminosa.

Insieme ancora…rischiarati dall’arcobaleno

che abbiamo visto, improvviso  sull’uscio di casa,

tingere di mille colori il cielo del mattino

dopo una notte intera di pioggia.

Ti accarezzerò leggero

Per non  disturbare il tuo  riposo

E guarderò  di nascosto il tuo amore,

mio segreto pudore.

Sentirò il calore  delle tue mani 

E la morbidezza delle tue labbra

E seguirò  i tuoi pensieri

Che mi portano a casa.

Veglierò  su di te e su di me

E sui nostri figli………….

Su quello che amiamo e in cui crediamo

Con tutta la forza della mia debolezza

Come una vela leggera gonfiata

Dal vento  nell’azzurro del mare,

Nel blu del cielo di una giornata di sole.

 

 

 

 

Ciao, Ciao America

 

Mille bandiere gonfiate dal vento

Con i colori dell’arcobaleno

Ed i sorrisi  dipinti sui volti

Di tanti ragazzi baciati dal sole

 

Ciao , Ciao Bambina

Mi risuonano in testa  i versi

Di un melodico Modugno,

(canterebbe Carmen Consoli),

Mentre cammino emozionato

Gridando il mio no alla guerra

 

Ciao Ciao Bambina

Ed è mia figlia per la prima volta

Accanto  ai miei passi guerrieri,

Per le strade romane.

 

Risuonano accanto le grida  cattive

Di arabi    circondati da Occidente.

Trasportano a spalla un loro compagno

Che si finge morto!

Non c’è gioia nel loro no alla guerra.

Non è come il ballo di quei ragazzi

che sono passati prima,  a Colle Oppio

Ci portano il dolore  e la cattiveria della lotta.

Non c’è speranza , non c’è salvezza  nella guerra.

Non si fanno prigionieri.

 

Ciao Ciao Bambina

E leggo il saluto di un marine

Alla  figlia prima di partire.

Non te ne andare , papà !

 

Quante volte, America, dovrai sentire

La chitarra di Jimmy  suonare

Il tuo inno come rombo di aeroplani

Ed esplosione di bombe ?

Quante volte dovrà cadere nel vento

La risposta alle mie domande?

America orgogliosa  e dolente

Che piangi i morti delle  due torri

Oggi  sei la capitale del nostro mondo,

Ma mi fa paura  la tua paura.

 

 

 

 

Il balcone e l'aquilone

 

Ricostruiamo con pazienza i fili spezzati,

Mettiamo insieme con attenzione i pezzi sparsi nel tempo,

Ho comprato la carta velina di diversi colori …. Pastello!

La coccoina per incollarla alle canne leggere.

Ho preparato anelli per adornare l’aquilone

E aspetto il vento che lo farà volare.

 

Vorrei incontrarvi sul balcone di “ Scalazza”

Seduti attorno al tavolo, sospeso nella notte

Fra le stelle ed il mare, per   ritrovarci amanti,

 Se non è troppo tardi per tornare a casa.

 

Abbiamo camminato come abbiamo saputo

Per il tempo che abbiamo avuto

E che non abbiamo stabilito.

 

Abbiamo cercato la nostra strada mentre

Venivamo trasportati altrove.

 

Abbiamo donato tutto quello che avevamo

 E abbiamo costruito quello che potevamo

 

Adesso cerchiamo

Un sogno da accarezzare

Un’occasione per amare.

 

 

RAGAZZI

 

Cantano insieme una vecchia canzone

Complici  e amici d’amore e di pene

 

E lui le parla!… Le parla !… Le parla

Di tutto quello di cui ti parlavo.

E Lei lo ascolta !… Lo ascolta!…. Lo ascolta

Persa negli occhi della sua gioventù.

 

Sono ….ragazzi! .Bellissimi fiori

sbocciati  nel tempo dei teneri ardori.

 

 

Roma 18/10/2003

 

 

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