Danilo Mazzarello 

Il tuo sguardo 

Stanza d’ospedale

La testa fra le mani

Attimo eterno

 

Il tuo sguardo

 

So dove sei, immagine sorella.

Il tuo sguardo mi sfiora lieve il viso;

sulle labbra si posa e cauto attende

che si schiudano, donandogli un sorriso.

 

Sollevo il capo, lo vedo e mi confonde:

supplice e fiero, inerme ma spietato,

dal ciglio d’un abisso di tristezza

intona il canto dell’amor negato.

 

Mi specchio in te, anima sorella.

lotto indifeso, cedo con vigore.

M’immergo nel profondo del tuo sguardo

e, all’improvviso, non c’è piú dolore.

 

 

 

 

 

Stanza d’ospedale

  

Triste umanità

spoglia ed inerme,

su rugginosi giacigli

riversa.

 

Membra scarne,

straziate e consunte,

una pietosa morte

invocate.

 

Un gemito cosmico

squarcia l’aria fetida.

Piange l’anima

del mondo.

 

E, poi, il silenzio.

 

 

 

 

 

 

La testa fra le mani

 

 

Mi affaccio sul vuoto della mia vita.

Là, dove sorgevano le mie speranze

imputridiscono brandelli d’ottimismo.

Mia madre è morta.

 

Un grido mi muore in gola,

diventa gemito, rantolo, vomito,

schegge di parole, suoni laceranti.

Mia madre è morta.

 

La tristezza mi sommerge.

Scivolo all’indietro, verso il nulla,

urlando la mia disperazione.

Mia madre è morta.

 

Precipito, scalciando,

ma, poi, mi abbandono

alla dolcezza del volo.

A che serve lottare?

 

Mia madre è morta.

 

 

Attimo eterno

  

Attimo eterno.

Solo tu ed io:

il mondo inghiottito dall’Averno,

il tempo sprofondato nell’oblio.

 

Parli, domandi e, ancora, parli e ridi.

Squilli sonori d’effervescente argento,

musica angelica di celestiali lidi,

vibranti note d’un nuovo sentimento.

 

Le tue parole accarezzano il mio viso

col tocco alato di lieve melodia.

Labbra vermiglie mi donano un sorriso.

Attimo eterno.

Mirabile magia.

 

 

 

 

 

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